Il Banato



Introduzione

Perché questa pagina sulla regione del Banato?
Personalmente non sapevo esistesse un luogo con questo nome, l'ho scoperto trovando il mio cognome riferito a tre persone emigrate lì, probabilmente all'inizio del 1730 in un villaggio chiamato all'epoca Mercidorf.
Una lettura dei registri del paese mi ha confermato la presenza di Melchioro Coradello (19-7-1672) con due figli: Gioanni - Giovanni - (6-9-1707) e Cattarina (21-8-1713).
I motivi dell'emigrazione in un luogo così lontano, si possono solo intuire ma non potremo mai conoscerli veramente, anche perché non esiste traccia alcuna nei registri di Castelnuovo.
Purtroppo la loro fu una emigrazione finita tragicamente pochi anni dopo: per una epidemia di peste morirono nel giro di un mese. Prima la moglie di Giovanni, Camilla Bevilacqua originaria di Trento, il 13-8-1738, poi Melchioro il 22-10-1738 ed infine Giovanni stesso, il 31-10-1738, dopo soli 14 mesi di matrimonio con Camilla.
Della sorella Cattarina non ho trovato traccia e non posso dare alcuna notizia.




da: http://www.genealogienetz.de/reg/ESE/dsbanat.html>

Geografia della Regione

Il Banato (in Ungherese Bánát) è ora diviso tra l'Est della Romania, il Nord Iugoslavo (la parte Est della Vojvodina, che è parte della Serbia), la parte Est dell'Ungheria con i seguenti confini:

Nord: fiume Maros (Mures)
Est: i piedi delle Alpi della Transilvania, cioè Transilvania e Vallachia
Sud: fiume Danubio (Donau)
Ovest: fiume Tisza (Tisa, Theiss, Theiß)



 

 

 

Informazioni Generali

Introduzione:
L'emigrazione degli Svevi del Danubio (Donauschwaben) si riferisce ad una emigrazione su larga scala di singoli e famiglie provenienti da aree di lingua Tedesca dell'antico impero Austro-Ungarico, riconquistato all'impero Ottomano durante il XVII, XVIII e XIX secolo. Molti, se non tutti gli emigrati provenivano dalle zone dell'antica Svevia (Schwaben) e regioni Alemanne centrate intorno a Stuttgart e comprendenti porzioni del moderno Baden-Württemberg, Alsazia, Lorena, e Svizzera. Altri furono chiamati dall'Austria, da altri luoghi dell'impero Austro-Ungarico o dal Rhineland-Palatinato. Questi emigranti vennero dalle città di Ulma o Günzburg viaggiando lungo il Danubio o lungo la famosa "Ulmer Schachtel" (gabbia o chiatta di Ulm).



Storia della regione

Qui di seguito una breve storia del Banato. E' disponibile anche una storia più completa scritta da Sue Clarkson (26kB file formato testo).

Come osservò lo storico Greco Erodoto (libro IV), l'area chiamata poi Banato fu abitata verso il sesto secolo AC dagli Agatirsi, probabilmente una popolazione tribale Illirica o Tracia. Verso il 400 AC i Celti si mossero verso Est nella regione e nel primo secolo AC i Romani. Nel 107 DC inclusero la regione nell'impero come provincia della Dacia. L'imperatore Traiano fondò nel 106 la città di Tibiscum come piazzaforte Romana, che fu chiamata in seguito Temeschburg. La Dacia fu persa da Roma nel 270-75 durante il regno di Marco Aurelio e fu invasa da varie tribù come gli Iazigi, Eruli, Gepidi ed Ostrogoti.
Verso la fine del quarto secolo, la regione venne conquistata dagli Huns. Dopo la loro sconfitta da parte delle forze combinate Romane e Germaniche, i Gepidi abitarono la zona fino al settimo ed ottavo secolo che vide l'arrivo degli Avari e degli Slavi. Quando gli Avari furono sconfitto da Carlo Magno, la regione passò sotto il controllo dei Bulgari. Prima della fine del nono secolo, i Magiari e gli Ungari arrivarono da Est per conquistare la regione e la mantennero fino alla conquista Turca nel 1552.

Prima del 1526, quando l'impero Ottomano sconfisse gli Ungari nella battaglia di Mohacs, vi erano diversi Banati (in Ungherese Bánát). Questi erano distretti diretti da un ufficiale detto Ban (termine che ha origine dal Persiano che significa signore o capo, che fu introdotto in Europa dagli Avari; "Banat" significa quindi provincia o distretto di frontiera con governo militare). L'uso più comune del termine è riferito al Banato di Temesvar che, cosa strana, non fu mai amministrato come un Ban. Regno degli Ottomani dal 1552 al 1716, fu poi conquistato dall'esercito degli Asburgo comandato dal Principe Eugenio di Savoia, ed ufficialmente annesso all'Austria con il trattato di Passarowitz/Pozarevac nel 1718.

Durante gli anni del regno Ottomano, l'area fu largamente spopolata ed aveva grandi estensioni di terreno paludoso. Il conte Mercy fu nominato governatore nel 1720 e partì il processo di colonizzare il Banato come regione agricola. Nel 1779 il Banato venne trasferito sotto il dominio Ungherese. Dal 1848 al 1860 il Banato e la Batschka furono amministrati direttamente dalla corona. Dal 1860 fino al 1919 fu parte dell'Ungheria.

Tra il 1722 ed il 1787, molti abili coloni furono reclutati dai domini degli Asburgo nel Sacro Romano Impero per popolare le nuove terre acquisite. I primi coloni vennero principalmente dalla Svevia, da qui il termine "Svevi del Danubio" (Donauschwaben).

Altra emigrazione avvenne in seguito sporadicamente e fu conosciuta come "Schwabenzug" o "Emigrazione Sveva". L'emigrazione Sveva originale incluse anche persone di lingua Francese, Italiana e Spagnola. Le prime due emigrazioni furono ristrette a Cattolici Romani, ma la terza fu di religione Protestante. L'imperatore Giuseppe II garantì in quel tempo la libertà di religione nell'Impero Asburgico

I primi emigrati furono reclutati e fu loro dato presalario di viaggio ed un prestito per semi, utensili, attrezzi e furono assegnate le case nella pianificazione dei villaggi. Fu assegnato terreno agricolo nei dintorni dei villaggi. La libertà dalla servitù della gleba, iniziale esenzione dalle tasse, terre libere, aiuti per l'inizio ed associazione agli Asburgo furono esche per l'emigrazione verso una regione di frontiera che era circondata da guerre di confine, paludi e malattie. Guardando le cose in prospettiva, il Banato era ancora una regione di frontiera nell'Europa al tempo della rivoluzione Americana.

L'emigrazione degli "Svevi" con l'occupazione della frontiera militare da parte dei Serbi reclutati per un servizio di colonizzazione e militare, popolò una regione di confine vinta ad un perenne nemico.

Jacob Steigerwald scrisse una recensione di 11 gruppi etnici identificati come Tedeschi nella Romania, nel suo libro "Traccie di minoranze Tedesche eterogenee dalle loro origini alla diaspora".

Gli "Svevi" provenienti da varie aree furono accolti in Germania dopo che il Banato divenne colonia Austriaca nel 1718.

Discendenti di famiglie contadine e di tessitori provenienti dalle foreste della Boemia si installarono vicino al monte Semenick nei villaggi di Wolfsberg, Weidenthal, Lindenfeld e Weidenheim.

Nel Sud-Est del Banato, vicino a Resita (Reschitz) vi sono discendenti di minatori Stiriani e di artigiani che iniziarono ad installarsi nel 1725.

Molti Tedeschi in Timisoara sono discendenti di militari Austriaci, amministratori civili ed impiegati civili; qui vi furono molti matrimoni incrociati tra Svevi delle aree rurali.

Nel distretto di Satu Mare (Sathmar), nel Nord del banato, vi sono discendenti di tedeschi dal Baden-Württemberg che si installarono tra il 1712 ed il 1815.

I Sassoni della Transilvania furono originali dalla Franconia Renena tra il 1141 ed il 1181 in risposta all'invito di re Geze II d'Ungheria. Altri vennero dal Lussemburgo, Lorena, Turingia e Baviera. Le città sassoni furono Sibiu (Hermannstadt), Brasov (Kronstadt), Sighisoara (Schäßburg), Medias (Mediasch), Bistrita (Bistritz) ed altre.

Anche in Transilvania, gli abitanti dei Land delle città di Turnisor (Neppendorf), Cristian (Großau) ed Apoldul de Sus (Großpold) arrivarono tra il 1734 ed il 1762 dalla Carinzia, Stiria e dalla zona dell'Austria superiore nei dintorni di Bad Ischl.

I Tedeschi "Durlacher" di Transilvania vennero da Durlach nel Baden nel 1743.

I discendenti dei Bacska-Svevi vivono nelle città della Transilvania di Aurel Vlaicu (Benzens) e Batiz. I loro antenati vennero tra il 1894 ed il 1898 dalle vicinanze di Czervenka nella Batschka.

I Nösner Zipser della Transilvania hanno la stessa origine come gli Zipser Saxons viventi nel nord della Romania. Gli antenati di entrambi i gruppi sono i discendenti dei Sassoni che si installarono a Spis (Zips) in Slovacchia ai piedi dei monti Tatra nel XII e XIII secolo.

I tedeschi di Bukovina arrivarono nell'ultima parte del XVIII secolo dal Württemberg e dalle zone di lingua tedesca della Boemia e Slovacchia (Zips).

Nel periodo 1866-1869 il ministero della guerra di Vienna lanciò un grande programma di risistemazione fondando le "Grenzkolonien" - colonie di frontiera - nella zona di frontiera del Sud Banato (per altre informazioni, vedi: Roth, Die planmässig angelegten Siedlungen im Deutsch-Banater Militärgrenzbezirk 1765-1821). Come parte di questo programma, furono fondate otto nuove "colonie delle paludi", tra Giselahain, Elisenheim, Rudolfsgnad, Albrechtdorf, Marienfeld e Königsdorf. Königsdorf fu fondata nell'Ottobre del 1868, da 200 famiglie tedesche di Stefansfeld. Fu intrapreso un massiccio programma di costruzione di dighe per prevenire alluvioni. In aggiunta alle persone del luogo furono impiegati nel 1869 più di 2000 lavoratori, principalmente dall'Ungheria e dalla Baviera. A dispetto di tutto questo sforzo, queste comunità subirono ripetute alluvioni. A causa di questo, Königsdorf sul Temes fu abbandonata in 1880 e gli abitanti ritornarono nel luogo di origine, Stefansfeld. (Quelli che seguono gli abitanti di Stefansfeld, trovando delle differenze di data, dovrebbero considerare la possibilità che queste persone possano essere state a Königsdorf in questo periodo. Altri abitanti di questi villaggi delle paludi vennero uniti similarmente a comunità già ben formate; seguire persone nel Banato può essere facile considerando queste migrazioni interne).

Dopo il trattato di Trianon nel 1919, il Banato fu diviso in tre parti. La parte maggiore andò all Romania, quella più ad Ovest alla Iugoslavia ed una piccola parte nel Nord Ungheria. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, c'erano nell'Est Banato 300000 tedeschi e nel Nord 10000. Durante la capitolazione della Iugoslavia, 1941-1945, l'Est Banato appartenne al comando militare di Serbia, ma tornò alla Iugoslavia alla fine della guerra. Morti, combattimenti ed espulsioni portarono alla scomparsa degli Svevi del Danubio dal Banato dell'Ovest al contrario che nel Nord ed Est Banato, dove ne sono rimasti alcuni.






Storia della colonizzazione Tedesca nel Sud Ungheria
di Sue Clarkson
Ultimo aggiornamento 22 Gennaio 1997


Alla fine del XIX secolo, vivevano in Ungheria più di due milioni di Tedeschi. Nel XVIII secolo, la monarchia d'Austria degli Asburgo, che regnava sull'Ungheria in quel tempo, favoriva i Tedeschi ad emigrare un quelle terre non colonizzate dell'Ungheria del Sud, che erano state devastate da 150 anni di occupazione Turca. Tra il 1711 ed il 1750, furono fondati dai coloni Tedeschi circa 800 nuovi villagggi in Ungheria. La provincia del Banato fu l'area principale della colonizzazione.

Gli Asburgo cominciarono la dominazione monarchica in Ungheria nel 1527, a seguito della morte del re Luigi II di Ungheria. Il re Luigi fu ucciso difendendo il territorio Ungherese contro i Turchi (impero Ottomano) nella battaglia di Mohacs nel 1526. Dopo Mohacs, i Turchi dominarono due terzi dell'Ungheria, compreso il Banato. La parte restante fu dominata dagli Asburgso. La guerra con i Turchi continò durante il sedicesimo e diciassettesimo secolo.

L'esercito imperiale Austriaco comandato dal principe Eugenio di Savoia riusciva infine a cacciarli via. L'accordo di pace di Karlowitz nel 1699 portò l'Ungheria, tranne il Banato, sotto il controllo dell'imperatore Leopoldo I di Absburgo. Più tardi, il principe Eugenio conquistò il Banato e la provincia fu ceduta all'imperatore Carlo VI d'Absburgo dopo il Trattato di Passarovitz. Il Banato è stato considerato un territorio della corona del Santo Romano Impero dal 1718 al 1778 e fu amministrato da Vienna durante quel periodo.

Anche se vi fu emigrazione Tedesca in Ungheria prima di quel tempo, l'espulsione dei Turchi provocò un programma di colonizzazione organizzata promosso dagli Asburgo. Gli Asburgo avevano tre obiettivi: fortificare la terra contro le invasioni, sviluppare terra agricola e favorire la religione cattolica in Europa Orientale. Così offrirono ai Cattolici degli stati Tedeschi del Sud-Ovest incentivi quali terreno agricolo, case, materiali da costruzione, bestiame ed esenzione dalle tasse per diversi anni.


La colonizzazione del Banato

La colonizzazione del Banato fu affidata a Claudius Florimund, conte di Mercy, generale del principe Eugenio di Savoia. Mercy mandò agenti nei territori degli Absburgo nella regione che ora è la Germania occidentale. I coloni vennero dalle regioni conosciute come Baden, Wuerttemberg, Alsazia, Lorena, Rhinelands, Vestfalia, Baviera e Svevia così come da altre zone. Anche se venivano da varie regioni e parlavano dialetti diversi, gli Ungheresi li chiamarono Svevi (Swabians) ed il nome è rimasto nel riferirsi a tutti i tedeschi che colonizzarono la valle del Danubio. La maggior parte di loro erano contadini poveri che avevano coltivato la terra dei signori feudali, erano stati sottoposti a tassazioni pesanti ed a coscrizione militare. La città di Ulm, nella regione della Svevia degli stati Tedeschi, era un punto di partenza comune. Da Ulm, i coloni si sono imbarcati su barche chiamate "Ulmer Schachtel" e navigarono il Danubio fino a Vienna, dove si registrarono per la loro terra. Furono utilizzati per trasporto anche vagoni coperti, che seguivano il Danubio. L'itinerario del Danubio li portò attraverso Budapest ed infine nel Banato."

La colonizzazione fu conosciuta come "der Grosse Schwabenzug" o "il grande viaggio di Svevia". La maggior parte dell'espansione avvenne in tre fasi che furono chiamate poi dal loro patrocinante Asburgo:

1. Il "Karolinische Ansiedlung," o colonizzazione della Caroline, che avvenne tra il 1718 ed il 1737;

2. Ia "Maria Theresianische Ansiedlung," o colonizzazione di Maria Teresa, avvenuta nel 1744-1772; e

3. Il "Josephinische Ansiedlung," o colonizzazione Giuseppina, avvenuta sotto Giuseppe II dal 1782 al 1787.

Dopo il 1789, la colonizzazione patrocinata dal governo fu interrotta, ma alcuni coloni continuarono ad arrivare in Ungheria fino al 1829, dopo di che fu permesso di emigrare soltanto a quelli con 500 fiorini olandesi in contanti.

Durante il periodo di colonizzazione, anche alla gente di altre nazionalità fu permesso di colonizzare le pianure del Banato. Fra loro vi erano Serbi, Croati, Bulgari e Rumeni ed in numero inferiore, Slovacchi, Ruteni, Cechi ed alcuni Francesi ed Italiani.

Molti dei circa 15.000 coloni Tedeschi dalla prima colonizzazione furono uccisi nelle incursioni turche, o morirono di peste bubbonica. In seguito, la seconda ondata di circa 75.000 colonizzatori Tedeschi dovette ricostruire molte delle colonie.
Riuscirono con successo a rifondare le città, ma la loro vita era piena di lavoro duro. La terza ondata fu di circa 60.000 nuovi coloni Tedeschi che furono in grado di aumentare la prosperità economica delle fattorie nelle terre Ungheresi. La regione del Banato più tardi fu conosciuta come il "breadbasket dell' Europa". Le difficoltà avute dai tre gruppi di colonizzatori sono ricapitolate in questi versi:

Der Erste hat den Tod,
Der Zweite hat die Not,
Der Dritte erst hat Brot.

Che si possono tradurre come: "la prima incontrò la morte, la seconda il bisogno, solo la terza ha pane."

Malgrado le difficoltà, più di 1.000 villaggi Tedeschi furono fondati nell'Ungheria del Sud. I programmi per i villaggi furono presentati a Vienna. Le città furono costruite generalmente con modello quadrato a scacchiera, con la chiesa cattolica ed la relativa piazza circostante nel centro della città. Lo stile delle costruzioni era un barocco modificato e venne chiamato "Barocco dei coloni". Ogni villaggio tuttavia, aveva un progetto differente nei rivestimenti decorativi sulle costruzioni e le differenze sono ancora oggi visibili.

Le case erano costruite perpendicolarmente alla via e consistevano in una serie di locali attigui, con il salone sull'estremità affacciata sulla via e tettoie per gli animali domestici sull'estremità opposta. Lunghi portici coperti erano estesi per la lunghezza completa della casa. Gli Svevi erano conosciuti per mantenere le loro case ed i giardini puliti e mantenuti con cura. Ogni casa era circondata da una recinzione ed il cortile all'interno della recinzione conteneva vigneti, alberi da frutto ed il giardino della famiglia.

Le vie nei villaggi erano larghe ed erano usate come vie per le attività della Comunità, quali processioni per i battesimi, nozze e funerali. Il bestiame inoltre era condotto per la via al pascolo comune nella zona circostante del villaggio. Le vie, anche, erano sempre mantenute pulite.

I raccolti crescevano nei campi che circondano il villaggio. Raccolti particolari sviluppati n questa zona erano barbabietole da zucchero e canapa. Altri raccolti erano frumento, mais ed erba medica. I coltivatori inoltre mantenevano cavalli, bestiame, maiali, polli ed oche. I giardini domestici producevano uva per il consumo e per la produzione vinicola, e prodotti ortofrutticoli quali pesche, albicocche, meloni e pomodori. Nei villaggi, le scuole erano costruite nelle vicinanze della chiesa. Mentre ai coloni era permesso portare il sacerdote e gli insegnanti, il primo capo della scuola venne di solito con i coloni. L'insegnamento era fatto in Tedesco. Indipendentemente che la gente fosse o no pia, le abitudini sociali del villaggio erano centrate sulle attività della chiesa. Il vestito da domenica per le donne consisteva nel "tracht", o costume del villaggio, che includeva un vestito tipico più gli scialli, le sciarpe ed i grembiuli decorativi. Ogni villaggio aveva il suo proprio stile nel vestito e nella pettinatura. Battesimi e nozze erano eventi festivi per la famiglia ed i vicini e comprendevano una processione nella via ed un pranzo speciale. La festività principale dell'anno era chiamata "Kirchweih," il giorno della consacrazione della chiesa, ed era tenuta una domenica d'Autunno. I giovani portavano cappelli speciali che erano stati creati dalle donne giovani del villaggio e tutti partecipavano alla processione condotta da una giovane coppia scelta. Il giorno comprendeva una Messa speciale, un pranzo festivo ed il ballare nella via.

Nelle più città grandi, dove le persone erano artigiani e commercianti, si era sviluppata una classe media Tedesca ed una vita culturale. Qui, scuole nelle zone Tedesche delle città facevano istruzione in Tedesco. Vi erano inoltre giornali e riviste di lingua Tedesca. Si svolgevano concerti, giochi e balli e Temeschburg (oggi Timisoara) era conosciuta per i suoi begli eventi teatrali Tedeschi ed altre attività culturali.

La dominazione Asburgica in Ungheria, che iniziò nel 1527, durò quasi quattrocento anni, fino alla dissoluzione della monarchia degli Asburgo nel 1918. I Tedeschi immigrati, invitati dagli agenti degli Asburgo su richiesta del Parlamento ungherese, spesso vissero pacificamente nelle città e nei villaggi gomito a gomito con altri gruppi etnici. Vi erano molte autorità ungheresi di stirpe Magiara, tuttavia, che si risentiva di dover accettare un dominio non-Magiaro e l'effetto di "Germanizzazione" degli Asburgo. La lealtà degli Svevi andava agli Asburgo, che erano soprattutto responsabili per aver liberato la terra dall'impero Ottomano e per l'organizzazione del programma di colonizzazione.

Sotto gli Asburgo, il Tedesco sostituì il Latino come lingua ufficiale dell'Ungheria e l'influenza Tedesca divenne molto forte nelle città. Nel 1740, persino Budapest era una città a predominanza Tedesca. Nella regione, i contadini tedeschi erano i coltivatori migliori; e nelle città, molti dei mastri artigiani fra mugnai, sarti, calzolai, mauratori ed altri artigiani erano tedeschi. In tutta l'Ungheria, gli Svevi occupavano molte posizioni nei servizi governativi.
La nobiltà Ungherese desiderava neutralizzare l'influenza degli Svevi rendendo il Magiaro (Ungherese) la lingua ufficiale del paese e sosteneva gli eruditi nello sviluppo della letteratura Magiara. Anche la religione era una fonte di conflitto, poiché gli Asburgo desideravano far progredire la religione cattolica in un paese che era stato principalmente Protestante (Luterani, Calvinisti ed Unitari).

L'imperatore Giuseppe II d'Asburgo, che governò anche come re di Ungheria dal 1780 al 1790, tentò di ridurre l'attrito fra i Cattolici ed i Protestanti passando il "brevetto di tolleranza" nel 1781. Inoltre introdusse altre riforme con l'intenzione di migliorare la vita dei contadini sottraendoli alla giurisdizione della nobiltà feudale e tassando i nobili per aumentare la parte Ungherese nel sostegno del costo del governo. Dopo la morte di Giuseppe, molte delle sue riforme furono cancellate ed i Magiari cominciarono ad ottenere maggiore autorità. Nel 1844, in Ungheria passò la Legge sulla lingua, che fece del Magiaro la lingua ufficiale per il governo, l'educazione e la religione. Questo fu l'inizio del "programma di Magiarizzazione", che fu diretto soprattutto contro la gente di lingua Tedesca di Ungheria. I Magiari desideravano una maggiore indipendenza dal dominio Austriaco. Nel 1867, fu raggiunto un compromesso con l'imperatore Francesco Giuseppe che provocò la formazione della doppia monarchia d'Austria-Ungheria. Nel 1868, l'Atto di Nazionalità assicurò che tutti i cittadini dell'Ungheria godessero di diritti uguali, ma stabilì inoltre il Magiaro come lingua ufficiale. La Legge educativa del 1879 rese il Magiaro lingua obbligatoria di istruzione, con conseguente assimilazione delle minoranze etniche. Gli Svevi erano il maggior gruppo di minoranza in Ungheria ed alcuni, specialmente nelle città, si assimilarono al punto di cambiare i loro nomi di famiglia in versioni Magiarizzate. L'accesso all'educazione oltre le scuole del villaggio ed ai privilegi di più alta condizione sociale richiese tale assimilazione e quelle minoranze che accettarono il modo di vivere Magiaro non erano sottoposte a discriminazione. I villaggi rurali Svevi erano meno influenzati dal programma di Magiarizzazione dovuto il loro isolamento ed al modo di vita agrario là rimasto relativamente stabile per duecento anni dopo che i coloni si erano stabiliti."


Svevi del Danubio nel ventesimo secolo

Alla fine del secolo, l'Ungheria era una grande nazione etnicamente varia che occupava oltre 109.000 miglia quadrate in Europa centrale ed Orientale. La popolazione, oltre i diciotto milioni, era al 49% Ungherese (Magiari), Rumena al 17%, Tedesca al 13%, 13% Slovacca, 4% Serbo-Croata e 4% di altri gruppi etnici. Dalla formazione della doppia monarchia di Austria-Ungheria neò 1867 sotto il dominio Asburgico di Francesco Giuseppe, i contadini Svevi del Banato avevano goduto di un periodo di prosperità economica dovuta all'economia agricola prospera della regione. A quel tempo, la maggior parte degli Svevi non era politicamente informati o coscienti della loro nazionalità ed erano fieri dei loro figli che si erano mossi verso le aree urbane e trovavano successo sulla via della Magiarizzazione.

La proprietà terriera era necessaria per vivere bene dell'agricoltura ed i Tedeschi di Svevia praticavano l'abitudine di eredità conosciuta come "Anerberecht," nella quale il mantenimento della terra era eredità del figlio primogenito, mantenendo così le dimensioni dell'azienda agricola grandi ed intatte. Gli altri figli erano costretti a guadagnarsi la vita come manodopera agricola senza terra, o in altre professioni.
Questa abitudine differiva dalla pratica magiara di dividere le terre dell'azienda agricola fra i loro figli, che provocava parti sempre più piccole ad ogni generazione successiva. Le grandi estensioni terriere in Ungheria erano ancora in possesso della classe superiore e dalla chiesa Cattolica Romana, lasciando molte piccole fattorie in vendita ed a prezzi molto elevati. Mentre la popolazione continuava a crescere, la mancanza di terra disponibile condusse ad migrazione su vasta scala, soprattutto negli Stati Uniti e nel Canada, ma anche ad altri paesi. Fra il 1899 ed il 1911, oltre 197.000 tedeschi lasciarono l'Ungheria. Per molti, l'obiettivo era di guadagnare abbastanza soldi per ritornare in Ungheria e comprare della terra ed alcuni ritornarono, ma i più rimassero nei loro nuovi paesi.

Altri fattori contriburono all'emigrazione dall'Ungheria. In America, l'industria si stava espandendo velocemente e le linee navali a vapore ed i fabbricanti mandavano agenti nei villaggi per reclutare lavorartori da impiegare nelle fabbriche.
Il servizio militare obbligatorio indusse alcuni giovani ad andarsene. Secondo la legge parlamentare, il servizio militare cominciava quando un uomo raggiungeva l'età di 21 anni. Dopo tre anni di servizio attivo, gli uomini erano trasferiti alla "riserva," nella quale potevano essere richiamati fino al raggiungimento dei 43 anni.
Altri erano stanchi delle pesanti tasse che provocavano povertà e diseguaglianza nella classe contadina. L'emigrazione continuò negli anni immediatamente seguenti la prima guerra mondiale.

La prima guerra mondiale fu una svolta per l'Austria-Hungheria ed i relativi gruppi etnici. Anche prima che la guerra fosse finita, le nazionalità all'interno dell'Austria-Ungheria erano desiderose di indipendenza. Nell'Ottobre del 1918, la Repubblica Cecoslovacca si dichiarò ed il Consiglio nazionale Iugoslavo affermò l'indipendenza dalla Doppia Monarchia. La Repubblica Ungherese si formò in Novembre ed in Dicembre, l'Assemblea Nazionale Rumena dichiarò l'unità con le regioni geografiche conosciute come il Banato ed la Transilvania. Quando la guerra si concluse, gli Asburgo non erano più al governo e l'Austria-Ungheria si era dissolta. I confini finali rivisti per l'Ungheria furono stabiliti al Trattato di Trianon nel Giugno del 1920 e questo provocò la perdita di due terzi del suo territorio precedente. La terra in Transylvania e nella maggior parte del Banato fu assegnata alla Romania. La Iugoslavia guadagnò terra nel Sud Ungheria , compreso una striscia del Banato occidentale. La Cecoslovacchia divenne un nuovo paese ricavato dal territorio Ungherese precedente. I villici Svevi le cui famiglie erano vissute in Ungheria per quasi 200 anni ora si trovavano in tre paesi differenti.

Nell'Ungheria post Trianon, i Tedeschi, per difetto, divennero il più grande gruppo di minoranza, perché la gente degli altri gruppi di minoranza ora erano cittadini di altri paesi. Anche se i trattati del dopoguerra contenevano clausole per proteggere i diritti delle minoranze etniche, la Magiarizzazione continuò a fare pressione sui Tedeschi. In parte come una contro reazione ed anche proveniendo dal contatto con la Germania come conseguenza della guerra, cominciò a svilupparsi la consapevolezza culturale fra i giovani ed istruiti Svevi nelle aree urbane. Furono fondate società culturali Tedesche quali "Ungarischer Deutscher Volksbildungsverein" (UDV, associazione educativa della gente Tedesca in Ungheria). Un gruppo successivo, il "Volksbund der Deutschen in Ungarn", (VDU, unione dei tedeschi in Ungheria), che era più politico che culturale, fu sovvenzionato dai nazisti Tedeschi, che erano desiderosi di promuovere il loro concetto di "Herrenvolk," o "grande popolo tedesco".
Il VDU era visto favorevolmente dalla maggior parte della gioventù sotto i 35 anni, ma era rifiutato dalla maggior parte dei più vecchi "Svevi".

La Romania ereditò moltissimi cittadini di etnia Germanica come conseguenza della prima guerra mondiale. Qui era garantita ai Tedeschi la libertà di usare la loro lingua nelle lezioni scolastiche e nei servizi in chiesa. Un'associazione culturale denominata "Verband der Deutschen in Rumaenien" (unione dei tedeschi di Romania) fu fondata nel 1921. In Iugoslavia, i Tedeschi installarono scuole in cui l'insegnamento era fatto in lingua Tedesca e formarono lo Schwaebisch-Deutschen Kulturbund" (unione culturale Svevo-Tedesca). Il partito nazista fu in grado di guadagnare influenza in questi paesi, come avevano fatto in Ungheria.

Nel periodo fra le guerre, il modo di vita dei tedeschi nei villaggi rurali in tutti e tre i paesi rimase lo stesso ed i villici isolati erano molto meno influenzati dalle preoccupazioni politiche che si presentavano nelle città. Tuttavia, la crescita di Hitler in Germania e lo scoppio della seconda guerra mondiale forzarono persino gli Svevi rurali a diventare coscienti della loro condizione come di etnia Tedesca. L'Ungheria e la Romania erano inizialmente allineati con la Germania, anche se entrambe cambiarono parte successivamente, mentre la Iugoslavia parteggiò per gli Alleati.

In Ungheria, con la sanzione completa del governo Ungherese, gli Svevi poterono arruolarsi nell'esercito Ungherese o nell'esercito Tedesco. I nazisti reclutarono i Tedesco-Ungheresi introducendoli nei campi della gioventù in Germania, in corsi estivi ed in programmi sportivi, dove erano indottrinati con la propaganda. Molti giovani si offrirono volontariamente e liberamente nell'esercito Tedesco per evitare la discriminazione che erano sicuri di ricevere nell'esercito Ungherese. L'esercito tedesco incoraggiò coloro che avevano Magiarizzato i loro nomi a cambiarli. Molti furono reclutati nelle Waffen Schutz Staffel (Waffen SS, la milizia militare). In Romania, gli Svevi potevano anche arruolarsi nell'esercito Tedesco e rimanere cittadini Rumeni e più del dieci per cento della popolazione Tedesca fece così. I Tedeschi Iugoslavi inoltre si arruolarono nella Waffen SS, molti di loro nella divisione totalmente Sveva "Principe Eugenio", chiamata così dall'eroe militare Austriaco che aveva liberato l'Ungheria dai Turchi. Dopo che la Germania invase la Iugoslavia ed occupò il paese in 1941, gli Iugoslavi di discendenza tedesca erano forzati ad arruolarsi nell'esercito Tedesco. Le simpatie tra gli Svevi, tuttavia, non erano all'unanimità per il partito nazista e vi furono anche molti che resistettero al movimento come chi lo sosteneva.

Come la sconfitta tedesca divenne imminente, i capi militari Tedeschi iniziarono i programmi per evacuare le etnie Tedesche dai molti paesi dall'Est Europa in cui avevano vissuto. In Ungheria, molti rifiutarono di lasciare l'unica patria che avessero mai conosciuto, ma circa 50.000, soprattutto quelli compromessi maggiormente con la Germania nazista, lasciarono i paesi in convogli di vagoni agricoli a cavallo. I comunisti sovietici presero il controllo del paese ed in alcuni villaggi di Svevi, la maggior parte degli uomini tedeschi adulti e donne rimaste furono deportati in campi di lavoro forzati nell'Unione Sovietica. Coloro che non morirono per le dure condizioni nei campi e tornarono in Ungheria nel 1946, scoprirono di non essere più i benvenuti. Nel 1945, la terra posseduta dai Tedeschi era stata espropriata dal governo senza compenso ed i Tedeschi non-Magiarizzati furono espulsi come traditori.
I Tedeschi furono considerati non-Magiarizzati se avessero elencato come Tedesca la loro nazionalità o come loro lingua materna nell'ultimo censimento, se avessero cambiato i nomi Magiarizzati di nuovo in Tedesco, o se fossero membri di una qualche associazione culturale delle Waffen SS. Le espulsioni avvennero nel 1946 e furono 170.000 i Tedeschi trasportati nella zona Americana della Repubblica federale di Germania e 50.000 alla zona Sovietica in Germania Orientale.

I Russi liberarono la Romania dai Tedeschi nel 1945. Circa 100.000 Svevi lasciarono la Romania quando le truppe Sovietiche cominciarono ad arrivare. Non vi furono rappresaglie o espulsioni in Romania, ma la proprietà dei cittadini di lingua Tedesca fu confiscata senza compensazione. Sotto l'autorità Sovietica, 75.000 uomini e donne Tedeschi adulti furono deportati in campi di lavoro nella Ucraina Russa. L'85% che sopravvisse alle difficili condizioni dei campi furono liberati tra gli anni 1945-1951. Circa la metà delle persone liberate non ritornò in Romania, andando invece nella Repubblica Federale di Germania, in Germania Orientale o in Austria.

In Iugoslavia, il 60% degli Svevi lasciò il paese con l'esercito Tedesco in ritirata su carri trainati da cavalli mentre le truppe Sovietiche arrivavano. Quelli che rimasero furono dichiarati traditori e furono sottoposti a trattamento crudele e duro dovuto alla loro associazione con i soldati Tedeschi che avevano occupato il loro paese durante la guerra. Dal 1941, l'occupazione Tedesca aveva creato alti livelli di rancore fra la popolazione principalmente Serbo-Croata. L'esercito Tedesco aveva ucciso migliaia di ostaggi Iugoslavi nelle rappresaglie per l'uccisione ed il ferimento dei soldati Tedeschi durante l'occupazione. Il risultato fu che nel 1944, i Tedeschi furono privati della cittadinanza e le loro proprietà furono confiscate.
Circa da 27.000 a 37.000 furono deportati nell'Unione Sovietica ed altri furono inviati nei campi di concentramento che erano stati fatti nei villaggi Svevi, con la conseguenza che tra i 35.000 ed i 45.000 bambini furono separati dai loro genitori.
Migliaia morirono nei campi per inedia, malnutrizione e malattia, ma altre migliaia fuggirono prima della seconda guerra mondiale, circa 1 milione e mezzo di Svevi del Danubio vissero in Ungheria, Romania e Iugoslavia. Il risultato di morti in guerra, espulsioni, morti nei campi di concentramento, morti sul lavoro ed emigrazione fu una riduzione dei due terzis di quel numero. Nel 1983, soltanto 550.000 Svevi furono stimati rimanere (270.000 in Ungheria, 250.000 in Romania e 30.000 in Iugoslavia). Dei circa un milione di rifugiati che andarono in Germania ed in Austria, circa 250.000 in seguito emigrarono ad altri paesi, compresi gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, la Francia ed i paesi sud americani dell'Argentina, del Brasile e del Venezuela.
L'emigrazione continua ancora specialmente dalla Romania, anche se è difficile ottenere il permesso di andarsene dal governo.

Gli eventi che forzarono gli Svevi dalla loro patria hanno innescarono una consapevolezza intensificata della loro identità etnica unica. In Austria, ora esiste il "Danube Swabianmuseum", gli archivi degli Svevi del Danubio e la "Haus der Donauschwaben" a Salisburgo. In Germania, molte città hanno organizzazioni Svevi del Danubio attive ed esistono giornali del Svevi del Danubio ed altre pubblicazioni speciali. In Sindelfingen, la casa del Donauschwaben ha esposizioni culturali e archivio di ricerca. Vi è inoltre un'associazione genealogica che è completamente dedicata alla ricerca genealogica sulle famiglie degli Svevi del Danubio.

Club etnici esistono inoltre in Australia, nel Sudamerica, negli Stati Uniti e nel Canada. Molti dei club patrocinano eventi speciali che commemorano la loro storia culturale. Negli Stati Uniti, l'associazione nazionale degli Svevi del Danubio è stata fondata nel 1956 ed ha la sua base in Milwaukee, Wisconsin.

Il risultato finale dell'emigrazione degli Svevi del Danubio dall'Ungheria, Romania e dalla Iugoslavia è la scomparsa della loro influenza culturale nella regione. Quei Tedeschi che sono rimasti in Iugoslavia sono già "invisibili" anche se il passato è ancora evidente nell'aspetto architettonico dei villaggi. Le popolazioni tedesche restanti in Ungheria ed in Romania sono troppo piccole per avere un effetto culturale. Poiché tanti membri delle generazioni più giovani sono partiti, il numero di bambini tedeschi che nascono continua a diminuire. Anche se gli emigranti continuano a conservare le memorie della loro eredità culturale, la conoscenza di prima mano delle tradizioni sparirà. Il cambiamento è inevitabile in tutte le società ed è una fortuna che tante associazioni siano state fondate in così tanti paesi per conservare la storia del Svevi del Danubio.




storia di Mercydorf (in Inglese), con un capitolo dedicato all'emigrazione italiana in quel paese.

e-mail e homepages di discendenti di quel paese si trovano qui

ed infine, il sito del villaggio




Per ulteriori approfondimenti: (indirizzi attivi a Gennaio 2006, in caso contrario si può fare una ricerca usando le parole "Mercydorf" e/o "coradello mercydorf", utilizzando uno dei motori di ricerca preferiti)

Bibliography
----------------

Clark, Charles Upson. "United Romania."
New York: Arno Press & the New York Times, 1971.

Engelmann, Nikolaus. "The Banat Germans." Translated by John Michels.< BR > Bismarck, ND: Univ of Mary Press, 1987.

Frey, Katherine Stenger. "The Danube Swabians: A People with Portable Roots."< BR > Belleville, Ont., Canada: Mika Publ. Co., 1982.

Kramar, Zoltan. "From the Danube to the Hudson: US Ministerial Dispatches on Immigration From the Habsburg Monarchy: 1850-1900." Foreword by Steven Bela Vardy. < BR > Program in the East European and Slavic Studies Publication Number 9.< BR > Atlanta: Hungarian Cultural Foundation, 1978.

Koehler, Eve Eckert. "Seven Susannahs: Daughters of the Danube." Milwaukee:

Macartney, C.A. "Hungary: A Short History" Edinburgh Univ Press, 1962.

Marczali, Henry. "Hungary in the Eighteenth Century." Introductory essay by Harold W. V. Temperley. Cambridge: Cambridge Univ Press, 1910; reprint ed., New York: Arno Press and the New York Times, 1971.

Paikert, Geza C. "The Danube Swabians." The Hague: Martinus Nijhoff, 1967.
(Note: the most thorough and well-documented work on the Danube Swabians.)

Seton-Watson, Robert William. "Treaty Revision and the Hungarian Frontiers."
London: Eyre and Spottiswood Ltd., 1934.

Spira, Thomas. "German-Hungarian Relations and the Swabian Problem."
Eastern European Quarterly. New York: Columbia Univ Press, 1977.

Springenschmid, Karl. "Our Lost Children: Janissaries?" Translated, with additional notes, by John Adam Kohler and Eve Eckert Koehler. Milwaukee: Danube Swabian Assoc. of the USA, 1981. Originally published under the title, "Janitscharen? Die Kinder Tragoedie im Banat", Vienna: Eckartschriften.

Steigerwald, Jacob. "Donauschwaebische Gedankenskizzen aus USA - Reflections of Danube Swabians in America." Winona, MN: Translation and Interpretation Service, 1983.

Steigerwald, Jacob. "Tracing Romania's Heterogeneous German Minority from its Origins to the Diaspora." Winona, MN: Translation and Interpretation Service, 1985.


from: Genealogy net