Le operazioni belliche della guerra 1915-18 secondo i comunicati ufficiali italiani e austriaci relativi alla Valsugana
Ai fedeli lettori di « Voci Amiche »
La descrizione degli avvenimenti della guerra del 1866 in Valsugana è conclusa.
Dato l'interesse suscitato nei lettori dalle mie cronache di guerra ho creduto opportuno sperando — anche questa volta di risultare interessante, di riportare integralmente i comunicati ufficiali dei Comandi Supremi dei due avversar! di cinquanta anni fa, e di fare un confronto senza preconcetti nazionalistici fra le due versioni con commenti sulla veridicità di
quanto allora propinato alla opinione pubblica, tenuta quasi sempre all'oscuro di quanto succedeva veramente al fronte, anche per non allarmarla e provocare gravi ripercussioni sul morale interno e sulla resistenza di fronte ai gravi sacrifici ai quali tutte le popolazioni erano allora soggette.
Guai se tutto quello che effettivamente succedeva al fronte fosse venuto a conoscenza del pubblico! Addio propaganda patriottica!
E così ora mi metto all'opera, pubblicando dapprima i comunicati italiani poi quelli austriaci, mettendo in risalto specialmente quelli che si riferiscono alle medesime operazioni lasciando ai lettori il giudizio dopo aver fatto il confronto fra le due versioni.
a) Comunicati italiani 1915.
27.5.1915: I maggiorenti di Tezze in Valsugana e di altri paesi occupati, si sono presentati alle nostre autorità esprimendo patriottici sensi di devozione a nome delle popolazioni.
31.5: Procedendo in Valsugana, la nostra fronte è giunta a circa 8 Km. da Borgo, appoggiandosi saldamente su due versanti della valle.
24.6: Ricognizioni di piccoli reparti; abbiamo così avuti fortunati scontri a Garzano.
29.6: Nella regione del Tirolo-Trentino e specialmente lungo il tratto orientale di quella frontiera, l'azione delle opposte artiglierie è stata vivacissima. Il nemico tentò con ripetuti attacchi di toglierci le posizioni di Monte Civaron, in Val Sugana, ma fu respinto.
30.6: Si sono svolti scontri a noi favorevoli a Porta Manazzo.
4.8: Nostre batterie pesanti eseguirono tiri molto efficaci contro la stazione ferroviaria di Borgo Valsugana, ove si notava intenso
movimento di truppe e carreggi.
20.8: In Val Sugana le nostre truppe avanzarono fino alla linea del Torrente Maso, appoggiando la sinistra al Monte Civaron e la destra ai Monti di Cima e di Cimon Rava. L'artiglieria nemica dal Monte Panarotta, a settentrione di Levico, tentò sloggiarci dalle nuove posizioni raggiunte, senza però riuscirvi.
26.8: In Val Sugana le nostre truppe, dalla linea Monte Civaron-Torrente Maso, spjnsero l'occupazione verso occidente a cavallo del fiume fino alle posizioni di Monte Armenterra-Monte Sabbio. Il nemico non riuscì a impedire la nostra avanzata e lasciò anche nelle nostre mani alcuni prigionieri.
27.8: In Val Sugana l'artiglieria avversaria bombardò Borgo nonostante che le no stre truppe, nella recente vittoriosa avanzata, avessero di proposito evitato di occupare quella popolosa località tenendosi sui monti circostanti.
29.8: Nella giornata di ieri il nemico continuò l'azione di artiglieria contro la Val Sugana, producendovi però pochi danni.
30 8: In Val Sugana è segnalata la distruzioneda parte degli austriaci di taluni ponti e delle strade rotabili e ferroviaria di tondo valle nel tratto fra Roncegno e Novaledo. Contro Monte Armenterra l'avversano tento' la sera del 27 un attacco di viva forza, ma fu prontamente respinto.
31 8: In Val Sugana nostre esplorazioni spinte verso Cima Cista (2185 m.) dominante da Nord-Ovest la nostra posizione di Monte Sabbio, accertarono che quella vetta era tenuta da un forte nucleo di fanteria nemica con mitragliatrici; il giorno 28 Cima Cista venne attaccata dalle nostre truppe, e nonostante il fuoco di numerose artiglierie nemiche, conquistata e mantenuta.
1.9: L'artiglieria nemica dal Monte Panarotta in Valsugana rinnovò il bombardamento di Borgo, ormai deserto.
2.9: L'artiglieria nemica ha continuato il bombardamento di Borgo in Valsugana e iniziato il tiro su Roncegno provocandovi incendi.
5.9: Scontri di piccoli reparti nei pressi di Cima Cista.
10.9: Continuano su tutto il fronte piccoli ma importanti scontri dovuti alle attività offensive dei nostri reparti in ricognizione o agli attacchi di sorpresa che il nemico tenta, specialmente di notte, contro le nostre posizioni più avanzate. Così accadde per i combattimenti segnalati a Malga Val Piana.
18.9: Nel mattino del 18 le nostre truppe attaccarono e dispersero forze nemiche a Malga Valpiana nella valle del torrente Maso.
13.10: Nella giornata di ieri si ebbero vittoriosi combattimenti di nostri reparti con nuclei nemici in Val Campelle.
21.10: In Val Sugana fu occupato il Monte Setole al confluente del torrente Maso in Val Calamento.
11.11: Nell'alta Valle di Campelle (Torrente Maso Valsugana) il nemico attaccò la nostra posizione di Col S. Giovanni. Benché appoggiato dal fuoco di numerose artiglierie appostate a Cima Cupola e sul Montalon, l'attacco fu respinto.
12.11: Sono segnalate ardite incursioni di nostri reparti nelle alte valli di Gaiamente.
13.11: In Valle di Campelle un reparto di volontari alpini in ricognizione offensiva verso il Montalon, assaliva e metteva in fuga un forte nucleo nemico che scendeva da forcella di Val Sorda.
3.12: Sono segnalati piccoli scontri a noi favorevoli a nord-ovest di Roncegno in ValSugana.
10.12: Scontri di piccoli reparti in Valle di Calamento.
22.12: In Val Sugana la nostra artiglieria tirò contro la stazione di Levico, dove erano segnalati movimenti di truppe.
23.12: Anche ieri la nostra artiglieria tirò contro la stazione di Levico, dove erano segnalati movimenti di truppe e carreggi.
27 12: L'attività di nostri piccoli reparti nelle valli del torrente Moggio (Brenta) ci procurò scontri favorevoli con l'avversano, al quale furono presi alcuni prigionieri.
29.12: In Valsugana il nemico lanciò alcuni proiettili su Borgo, Casteinuovo e Strigno: nessun danno.
a) Comunicati austriaci 1915.
13.6.1915: Omissis . . . Altrove, in certe zone di confine, il nemico si spinge avanti a poco a poco, avvicinandosi alle nostre posizioni. Così il nemico si trova a Cortina d'Ampezzo, Primiero e Borgo.
21.6.: Un battaglione dell'83° Regg. Fanteria italiano aveva occupato Borgo in Valsugana, ma fu costretto a ritirarsi. Prima però fece prigionieri il Podestà e i due più vecchi cittadini, conducendoli seco come ostaggi.
Ciò provocò vivo fermento fra la popolazione.
2.8.: Su quel di Castel Tesino sono state assalite due compagnie nemiche che riportarono gravi perdite.
l 18.8.: Dei deboli distaccamenti di fanteria italiana che erano avanzati in Valsugana furono ributtati a nord-est di Borgo oltre il torrente Maso.
29.8: Nel Tirolo gli italiani si avvicinano a nord della Valsugana alle nostre posizioni.
3.10.: Nella regione che sta a oriente di Sopra Conelle (nord di Roncegno) si poteva udire nella notte del 1 ottobre un vivace fuoco di artiglieria. Da parte nostra nessuna truppa prese parte a questo combattimento.
19.12.: Nel Tirolo le nostre truppe hanno rigettato a settentrione della Valsugana parecchi assalti nemici.
30.12: Nel settore della Valsugana è stato ributtato un assalto italiano contro il Monte Carbonile, che s'innalza a sud-est di Barco.
31.12.: Sul fronte del Tirolo sono stati paralizzati dal nostro fuoco tentativi di attacco contro il Monte Carbonile.
Comunicati italiani 1916.
2.1.1916: Aeroplani nemici il giorno 1lasciarono cadere bombe su S frigno e Borgo in Valsugana. Nessun danno.
6.1: Continuano numerose le incursioni
degli aeroplani nemici in Val Sugana, accompagnate qua e là da lancio di bombe. Nessun danno.
13.1: Lungo tutta la fronte continua l'attività delle artiglierie. Batterie nemiche lanciarono proiettili specialmente incendiari su Borgo (Val Sugana). Nessun danno.
14.1: Nella zona montuosa a Nord di Valsugana l'attività di nostri drappelli condusse a qualche scontro con nuclei nemici, a noi favorevole.
19.1: Anche in Valsugana, ai tiri nemici su Borgo rispondemmo bombardando la stazione di Caldonazzo, ove era segnalato un
movimento di treni.
22.1: Lungo tutta la fronte azione intermittente delle artiglierie. Quella nemica provocò qualche danno negli abitanti, specialmente in Valle Sugana.
23.1: Borgo in Valle Sugana fu ancora fatto segno a bombardamenti di artiglieria di un velivolo; di rimando una nostra batteria tirò sulla stazione di Caldonazzo danneggiandone il fabbricato.
25.1: In Valle Sugana l'artiglieria nemica lanciò qualche granata su Borgo e Roncegno, provocando un incendio in quest'ultima località. Rinnovato il nostro bombardamento sulla stazione di Caldonazzo.
26.1: In Val Sugana il giorno 24 nostri reparti esploranti spintisi su Marter, ne fugarono nuclei nemici.
27.1: Velivoli nemici lanciarono bombe su Roncegno e Borgo in Valle Sugana Nessun danno.
29.1: Nelle giornate del 27 e 28 l'attività delle nostre fanterie condusse a piccoli scontri in Valle Calamento (Brenta).
2.2: In Val Sugana si ebbero scontri di piccoli reparti; il nemico, sorpreso e sopraffatto dai nostri, fu dovunque ricacciato.
3.2: In Val Sugana l'attività aggressiva nelle nostre fanterie provocò nuovi favorevoli scontri con l'avversario fra Roncegno e Ronchi.
5.2: In Val Sugana piccoli scontri fra Roncegno e Torcegno; l'avversario fu respinto e lasciò nelle nostre mani alcuni prigionieri.
8.2: La nostra artiglieria disturbò nuovamente movimento di treni nella stazione di Caldonazzo (Val Sugana). Velivoli nemici lanciarono bombe su Borgo, Castel Telvana in Val Sugana. Danni lievissimi.
13.2: Consuete azioni delle nostre artiglierie contro nuclei nemici e sulla stazione di Caldonazzo.
18.2: Azioni delle artiglierie nemiche su Roncegno e Borgo. Qualche danno. Sono segnalati scontri di fanteria in Val Sugana. La nostra ricacciò l'avversario prendendogli prigionieri.
20.2: In Val Sugana continuano piccole incursioni delle nostre fanterie. Furono presi al nemico alcuni prigionieri.
22.2: In Val Sugana con metodica azione offensiva le nostre truppe hanno conquistato la zona montuosa del Collo fra i torrenti Larganza e Ceggio. L'attacco fu iniziato all'alba del 9 con fitta nebbia e su alti strati di neve.
Reparti di fanteria, alpini e volontari esploratori raggiunsero la vetta del Collo e le contigue alture, scacciandone nuclei nemici che le occupavano. Dalle posizioni del Fravort, Monte Collo e Sopraconelle le artiglierie nemiche aprirono un violento fuoco ma furono efficacemente ribattute dalle nostre. Successivi contrattacchi dell'avversario appoggiati dal fuoco delle artiglierie, furono tutti respinti. Nella notte sul 19, con un nuovo balzo le nostre truppe estesero ancora l'occupazione a ovest verso la sella di Monte Collo. Le nuove posizioni, ormai saldamente rafforzate, proteggono la conca di Borgo e i paesi di Torcegno, Ronchi e Roncegno, da noi occupati.
2.3: Un piccolo attacco nemico presso Marter è stato respinto.
10.3: Piccole e fortunate azioni delle fanterie a Marter.
14.3: Le nostre artiglierie disturbano lavoratori nemici fra Selva e Levico.
16.3: In Valle Sugana duelli delle artiglierie e scontri di reparti, con esito a noi favorevole.
17.3: Nella notte sul 16 nuclei di fanteria nemica, colPappoggio delle artiglierie, tentarono di attaccare le nostre posizioni in ValSugana. Furono respinti dal fuoco dei nostri tiratori e da qualche salva delle artiglierie.
19.3: Lungo le frontiere del Trentino e dell'Alto Adige, nella giornata del 17 azioni intermittenti delle artiglierie. Quella nemica bombardò le nostre posizioni di Monte Collo (Val Sugana), da noi sempre saldamente tenute.
20.3; Crescente attività delle artiglierie; particolarmente intensa in Val Sugana. Com tro le nostre posizioni di Monte Collo l'avversario tentò il giorno 18 piccoli attacchi che furono prontamente respinti.
21.3: Duelli di artiglieria in Valsugana.
23.3: In Val Sugana la notte sul 22 nuclei nemici apoggiati dalle artiglierie attaccarono più volte le nostre posizioni. Furono respinti con gravi perdite e lasciarono nelle nostre mani prigionieri, armi e munizioni.
Velivoli nemici lanciarono bombe su Telve.
Nessun danno.
24.3: Colonne nemiche in movimento sui monti a est della Val Fersina furono battute dalle nostre artiglierie. Queste colpirono anche un treno carico di materiali nella stazione di Caldonazzo.
27.3: Movimenti di truppe e arrivo di treni alla stazione di' Caldonazzo sono stati colpiti più volte dalle nostre artiglierie.
29.3: A Cima Val Piana (fra Valle Calamento e Valle CampeIIe) nostri drappelli attaccarono e dispersero nuclei di lavoratori nemici.
30.3: In Val Sugana furono respinti piccoli attacchi nemici a ovest di Tesobbo.
31.3: In Val Sugana le nostre artiglierie disnersero una colonna a carreggio in marcia da Calceranica verso Caldonazzo.
2:4: Continuano movimenti di treni e carretti alla testata di Val Sugana.
3.4: Lungo tutta la fronte della Valsugana nei giorni 1 e 2 continuò con crescente vigore fuoco dell'artiglieria nemica, energicamente controbauuta dalle nostre artiglierie Dagli osservatori furono segnalati movimenti di truppe e carreggi, che le nostre artiglierie bersagliarono con efficacia. Velivoli nemici furono fugati da nostri caccia.
6.4: In Val Sugana scontri delle fanterie particolarmente vivaci nella zona del torrente Larganza. Il nemico fu respinto con forti perdite e gli furono presi 13 prigionieri.
7.4: Sulle pendici orientali del Monte Broi reparto nemico fu battuto e respinto e lascio nelle nostre mani una decina di priaionien, un lanciabombe, armi e materiali vari.
11.4: Tiri aggiustati delle nostre artialierie nei pressi di Calceranica.
13.4: ln valsugana in pìccoìi brillanti scontri le nostre fanterie presero al nemico 22 prigionieri, dei quali due ufficiali. Le nostre artiglierie provocarono vsti incendi nella zona di Caldonazzo.
15.4: In Val Sngana il giorno 12 le nostre truppe espugnarono con brillante attacco la posizione di S. Osvaldo a ovest del torrente Larganza. Furono presi al nemico 74 prigionieri fra i quali 3 ufficiali. Nella giornata del 13 nonostante il fuoco dell'artiglieria nemica la posizione fu dai nostri saldamente rafforzata.
16.4: In Val Sugana obbligammo il nemico a sgomberare dalle posizioni di Monte Carbonile a sud-est di Levico, che contenemmo sotto i tiri di interdizione delle nostre artiglierie.
17.4: Azioni intense delle artiglierie in Valsugana. In Val Sugana il nemico attaccò le nostre posizioni dal torrente Larganza a Monte Collo. Fu contrattaccato e respinto e lascio nelle nostre mani 60 prigionieri fra i quali due ufficiali.
18.4: Nella giornata del 16 in Val Sugana dopo intenso fuoco dell'artiglieria, l'avversano attaccò con circa 14 battaglioni le nostre
posizioni avanzate fra la testata del torrente Moggio (Sella) e Monte Collo. Fu respinto contrattaccato e lasciò nelle nostre inani 206 prigionieri, fra i quali tré ufficiali. Nello stesso pomeriggio numerose batterie nemiche di ogni calibro concentrarono un violento fuoco sulla posizioni di S. Osvaldo. A evitare inutili perdite le nostre truppe si ritrassero in quel punto di circa 500 m. fino alla prossima località di Votto. Nella giornata del 17 il nemico rinnovò tré attacchi contro il tratto di fronte dal Votto a fondo valle Brenta ma fu ogni volta respinto con gravi perdite.
19.4: In Val Sugana la notte sul 18 nuovi sforzi del nemico contro le posizioni ad ovest del torrente Larganza si infransero per la salda resistenza delle nostre truppe.
22.4: In Val Sugana il nemico attaccò in torze le nostre linee ad ovest del Torrente Larganza. Arrestato dapprima, fu poi contrattaccato e respinto. Lasciò numerosi cadaveri
sul terreno.
30.4: In Val Sugana respingemmo piccoli attacchi nemici contro il tratto di fronte da Monte Collo al fondo valle.
12.5: Un velivolo nemico lanciò bombe presso la stazione di Ospedaletto (Val Sugana) uccidendo alcuni cavalli.
17.5: Attacchi di fanteria di carattere diversivo m Val Sugana fra Monte Collo e S. Anna.
18.5: In ValSugana la notte sul 16 e il mattino successivo l'avversario assalì con grande vigore il tratto di fronte fra la testata di Val Moggio e Monte Collo. Fu respinto e contrattaccato. Lasciò nelle nostre mani circa 300 prigionieri, dei quali alcuni ufficiali.
20.5: In Val Sugana altri attacchi nemici sul fronte Val. Moggio-Monte Collo. Tutti respinti.
21.5: In Val Sugana situazione invariata.
22.5: In Val Sugana il nemico urtò nei nostri posti avanzati che ributtarono l'attacco. Indi si raccolsero gradatamente sulla linea dei nostri rincalzi.
23.5: In Val Sugana continuò ieri con alterna vicenda l'attacco nemico sostenuto da numerose e potenti artiglierie contro le nostre linee avanzate in Val Moggio e Campelle.
24.5: In Val Sugana, ricacciati nella giornata di ieri e del 22 gli attacchi nemici contro le nostre linee avanzate, ieri le nostre truppe ripiegarono gradatamente sulle linee principali di resistenza. Il movimento fu eseguito in perfetto ordine fuori della pressione del nemico.
25.5: In Val Sugana il ripiegamento delle nostre truppe sulla linea
principale di resistenza iniziato il giorno 22 continuava ancora ieri lento ed ordinato.
26.5: In Val Sugana situazione invariata.
27.5: In Val Sugana la notte sul 24 il nemico attaccò più volte il Monte Civeron, respinto sempre con gravi perdite. Una nostra colonna di fanteria e di alpini con brillante azione di sorpresa scacciò l'avversario dalle pendici delle nostre posizioni sulla riva sinistra del torrente Maso.
28.5: In Val Sugana nel pomeriggio del 25 le nostre truppe ripiegarono ordinatamente dalle posizioni avanzate di Monte Civaron. Nella mattinata di ieri colonne nemiche attaccarono le nostre linee ad est di Val Calamento. I nostri volontari alpini arrestarono l'assalto, indi contrattaccarono con impeto infliggendo al nemico gravissime perdite e presero un centinaio di prigionieri e due mitragliatrici.
29.5: In Val Sugana fu respinto un piccolo attacco nemico nella conca di Strigno. Il numero dei prigionieri presi al nemico dagli alpini nel combattimento del 26 ad est del Torrente Maso sale a 157. I battaglioni del1'8° Ungherese e 101° Ungherese che condussero l'attacco furono completamente rotti ed abbandonarono sul terreno dell'azione più di 300 fucili e una sezione completa di mitragliatrici tosto rivolte contro il nemico.
31.5: In Val Sugana l'artiglieria nemica iniziò il bombardamento di Ospedaletto.
11.6: Va delineandosi la nostra azione offensiva. Le nostre truppe validamente appoggiate dall'artiglieria compirono nuovi progressi sulla sinistra del Torrente Maso.
12.6: In Val Sugana le nostre truppe avanzarono ancora verso il Torrente Maso respingendo due contrattacchi nemici nei pressi di Scurelle.
13.6: In Val Sugana la notte sul 12 e il mattino successivo reparti dell'avversario che tentavano di avanzare ad est del Torrente Maso furono respinti con numerose perdite.
18.6: In Val Sugana nuovi progressi delle nostre truppe alla sinistra del torrente Maso.
30.6: In Val Sugana occupammo le pendici del Monte Civaron. Prendemmo al nemico 175 prigionieri, parecchie centinaia di fucili, munizioni e materiale in gran copia.
3.7: In Val Sugana scontri di reparti sulle pendici di Monte Civaron. Infliggemmo perdite sensibili e prendemmo prigionieri al nemico.
4.7: In Val Campelle snidammo riparti avversar! fortemente trincerati fra le rocce di Prima Lunetta e del Cengello, prendendo 106 prigionieri e una mitragliatrice.
5.7: In Val Campelle, dopo intensa preparazione delle artiglierie, l'avversario contrattaccò le nostre posizioni di Prima Lunetta. Fu
respinto con gravi perdite e lasciò nelle nostre mani alcuni prigionieri e tré mitragliatrici.
6.7: In Val Campelle l'avversario sgombrò in fretta le posizioni ancora occupate nel massiccio di Prima Lunetta, abbandonando armi, munizioni e vettovaglie.
7.7: Nostre compagnie continuano con successo a snidare nuclei nemici dalle pendici delle alture ad oriente del Torrente Maso.
Presi 102 prigionieri.
10.7 Nel tratto più settentrionale del fronte espugnammo trinceramenti nemici a nord di Monte Chiesa e ci impadronimmo di Passo della Agnella. In Val Sugana scontri a noi favorevoli presso Mescle. L'artiglieria nemica bombardò gli abitati provocando incendi a Villa, a Sud di Strigno. Velivoli nemici lanciarono bombe su Ospedaletto.
20.7: In Val Sugana una nostra batteria diresse il tiro sulla stazione di Marter riuscendo a colpirne in pieno il fabbricato e un treno carico di truppe.
29.7: Nella giornata di ieri attività delle artiglierie nemiche contro la linea Spera-Strigno in Val Sugana.
3.8: Nella zona dell'alto Posina respingemmo ieri un attacco contro le nostre posizioni della Valletta di Caldiera.
14.8: Vivaci scontri alle falde del Monte Civaron. Il nemico fu respinto.
1.9: In Val Sugana nel pomeriggio del 30 agosto, dopo intensa preparazione di artiglieria, reparti nemici assalirono le nostre posizioni alla testata della Val Coalba, sulla destra del Brenta. Altri nuclei agivano intanto, a scopo diversivo contro le nostre linee in Val Campelle fra Prima Lunetta e Malga Cenon. I nostri contrattaccarono' e misero fuga l'avversario, che lasciò un centinaio di cadaveri sul terreno e 35 prigionieri nelle nostre mani.
2.9: In Val Sugana l'avversario lanciò anche un attacco di fanteria contro le nostre posizioni sul Civaron; fu nettamente respinto.
5.9: Artiglieria nemica particolarmente intensa contro le nostre posizioni di Monte Civaron (Val Sugana).
5.9: Azioni di artiglieria intense nella conca di Tesino (Grigno-Brenta).
8.9: Più violento fu il tentativo fatto dall'avversario la sera del 6 contro le nostre linee sul Civaron in Val Sugana. Dopo viva azione di fuoco il nemico si ritirò abbandonando sul terreno cadaveri, armi e munizioni.
16.9: In Val Sugana nuclei nemici tentarono ieri l'attacco delle nostre posizioni fra i torrenti Coalba e Maora; furono prontamente respinti.
17.9: Nel combattimento del giorno 15 in Val Sugana tra i torrenti Coalba e Maora infliggemmo al nemico perdite assai gravi. Furono finora sepolti più di 100 cadaveri di austriaci. Respinto sulla destra del Brenta, il nemico bombardò violentemente le nostre posizioni sulla sinistra ad est del Torrente Maso, indi lanciò contro di esse tré successivi attacchi infranti dalla nostra resistenza.
20.9: In Val Sugana nostre piccole operazioni offensive dirette ad assicurarci il possesso della riva sinistra del Torrente Maso, portarono alla conquista dell'altura di quota 694 a nord di Ghisi. L'avversario subì gravi perdite e lasciò nelle nostre mani una trentina di prigionieri, dei quali tré ufficiali.
24.9: In Val Sugana la sera del 22 l'avversario rinnovò l'attacco sul Civaron ma fu prontamente respinto.
26.9: Velivoli nemici fecero cadere bombe sul Grigno e Cismon (Val Brenta). Un morto e qualche ferito.
10.10: Velivoli nemici fecero cadere bombe su Grigno. Lievi danni ai fabbricati.
15.10: In Val Sugana nostri velivoli bombardarono accampamenti nemici ritornando incolumi.
2.12: Grigno in Val Sugana fu bombardata dagli aviatori nemici. Ne vittime ne danni.
22.12: Velivoli nemici lasciarono cadere qualche bomba su Grigno. Ne vittime ne danni.
23.12: In Val Sugana la sera del 21 fu respinto un piccolo attacco contro le nostre posizioni avanzate sul Torrente Maso. Nella giornata di ieri l'avversario bombardò le nostre posizioni sulle due rive del Brenta ma non lanciò alcun attacco.
29.12: Velivoli nemici lanciarono qualche bomba su Tezze in Val Sugana. Ne vittime ne danni. Gli incursori furono ovunque ricacciati.
Comunicati austriaci 1916
24.1: Un nostro aviatore lanciò bombe sui magazzini italiani di Borgo.
26.1: L'artiglieria nemica bombardò Caldonazzo in Valsugana.
27.1: I nostri aviatori lanciarono bombe sui magazzini e sui ricoveri di truppe nemiche a Borgo.
3.2: Sono stati ributtati in Valsugana gli attacchi di parecchi battaglioni italiani ad occidente di Roncegno.
20.2: In Valsugana è stato respinto un assalto italiano al Collo. (N. O. di Borgo).
28.3: L'artiglieria nemica bombardò Caldonazzo in Valsugana.
7.4: A settentrione della Valsugana forze italiane piuttosto considerevoli assalirono le nostre posizioni presso S. Osvaldo. Il nemico fu ributtato con gravi perdite.
10.4: In Valsugana gli italiani bombardarono con bombe incendiarie Caldonazzo.
11.4 Levico è stata sottoposta al fuoco di artiglieria pesante nemica.
14.4: Sono stati rintuzzati tentativi nemici di impadronirsi in Valsugana delle nostre posizioni sulle alture che sorgono ai due lati di Novaledo.
15.4: Sono falliti tentativi di avvicinamento ratti dai nemici in Valsugana.
18.4: In Valsugana, dove negli ultimi giorni il nemico aveva molestato con ripetuti attacchi i nostri avamposti, esso fu rigettato con un contrattacco dalla sua posizione avanzata. In quest'incontro il nemico lasciava pri gionieri in mano nostra 11 ufficiali e 600 uomini, tutti illesi e quattro mitragliatrici.
20.4: In VaÌsugana gli italiani assalirono nuovamente le nostre nuove posizioni.
21.4: Sono falliti nuovi attacchi nemici alle posizioni da noi recentemente conquistate nel settore della Valsugana.
26.4: Nel settore della Valsugana gli italiani sgomberano tutte le loro posizioni fra Votto e Roncegno, nelle quali fu trovato copioso materiale da guerra. Quindi gli Italiani si ritirano verso Roncegno.
16.5: Nel Tirolo Meridionale le nostre truppe, sostenute dall'azione soggiogante dell'artiglieria, conquistarono le prime posizioni nemiche sui dossi dell'Armenterra nella Valsugana meridionale.
17.5: Nel Tirolo Meridionale le nostre truppe si allargarono sul dorso dell'Armenterra.
20.5: La nostra offensiva ha respinto ulteriormente in Valsugana il nemico e le nostre truppe sono entrate in Roncegno. Sulla dorsale dell'Armenterra esse si sono impadronite del Sasso Alto.
21.5: La cima della dorsale dell'Armenterra è in nostro possesso.
22.5: Le nostre truppe son in possesso di Cima Manderiolo.
23.5: Le nostre truppe avanzano ora anche ai due lati della Valsugana. Borgo è stata precipitosamente abbandonata dal nemico. In mano nostra cadde abbondante bottino.
24.5: Nella Valsugana settentrionale le nostre truppe presero possesso della dorsale del Salubio fino a Borgo. Sulla dorsale di confine a Sud della valle il nemico è stato scacciato dal Monte Kempel. Sembra che nella evacuazione da parte del nemico dei paesi situati sul territorio della Monarchia, se ne vada insieme parzialmente anche la popolazione locale. La gente che abbandona in tal modo la propria patria dovrà rispondere davanti ai giudici penali di questa sua connivenza col nemico.
25.5: Sul lato Nord della Valsugana le nostre truppe presero la Cima d'Asta, passarono in diversi punti il torrente Maso ed entrarono a S frigno. A sud della valle il gruppo avanzante da Porta Kempel, superate le gravi difficoltà della montagna e la resistenza opposta dal nemico, si allargò verso oriente e mezzogiorno.
26.5: Nella regione della Valsugana le nostre truppe conquistarono il Civeron, che si trova a sud-ovest di Borgo e circondarono la Cima Undici.
1.7: Puntate nemiche si infransero contro le nostre posizioni di Cima Dieci.
4.7: A nord della Valsugana fallirono gliassalti italiani contro le nostre posizioni sulcorso superiore del torrente Maso.
7.7: A mezzogiorno della Valsugana dei nuclei considerevolissimi di forze italiane assalirono il nostro fronte che corre fra Cima Dodici e Monte Zebio. Il nemico fu ovunque rigettato in parte con cariche alla baionetta.
10.7: Delle forti masse di Alpini diressero contro le nostre linee a sud-est di Cima Dieci diversi assalti che vennero respinti con gravi perdite da distaccamenti dei nostri Reggimenti fanteria 17 e 70. Davanti alle nostre trincee giacciono oltre 800 cadaveri nemici.
11.7: I numerosi disertori italiani che abbandonano le linee nemiche e si danno a noi prigionieri testificano le perdite particolarmente gravi toccate,, agli italiani durante gli assalti da loro eseguiti nel settore a mattina di Cima Dieci (Ortigara).
14.7: Poderose forze italiane hanno eseguito, dopo un galiardo fuoco di artiglieria, ripetuti e vigorosi assalti contro alcuni punti delle nostre linee difensive del settore di Cima Dieci. La lotta fu accanita. Tutti gli assalti furono respinti con perdite gravissime del nemico. Le nostre posizioni furono saldamente tenute.
23.7: Nel settore Le Pozze-Ortigara, sostenuti da un fuoco continuato di artiglieria di estrema violenza, gli Italiani passarono ripetutamente all'attacco in parecchi punti e sempre ributtati con gravi perdite. (Nel combattimento si distinsero in modo speciale i Feld;'ager del 7° Battaglione e vari reparti del 17° Fanteria).
24.7: Gli Italiani hanno ripetuto ancora per due volte le loro puntate contro l'ala settentrionale del nostro fronte (Ortigara). Furono sempre respinti con gravi perdite.
25.7: Così pure fallirono due assalti notturni sulle alture che sorgono a sud-est di Borgo (Civeron).
26.7: Per le eccessive perdite subite negli ultimi assalti, gli Italiani smisero ogni ulteriore attacco nel settore a mezzogiorno della Valsugana (Ortigara). Le nostre posizioni sono però costantemente sotto il tiro dell'artiglieria nemica.
16.8: Nel settore della Valsugana si sfasciano nel nostro fuoco due assalti nemici al Civeron.
17.8: Sul fronte del Tirolo sono andate a vuoto piccole azioni, sul Civeron.
2.9: Sul fronte del Tirolo sono andate a vuoto piccole azioni ed assalti ripetuti due volte contro il Civeron.
7.9: In Valsugana sono stati respinti due distaccamenti italiani di ricognizione che avanzavano contro il Civeron sotto la protezione di un violento fuoco di artiglieria.
20.9: In Valsugana gli Italiani passarono nuovamente all'attacco sul Civeron e sul torrente Maso ma furono completamente ricacciati con gravi perdite dopo un violento combattimento che si protrasse fino a mezzanotte.
25.11: Lina forte squadriglia aerea gettò sulla stazione ferroviaria di Primolano e sugli accampamenti nemici numerosissime bombe con buon effetto. Tutti gli apparecchi sono ritornati incolumi malgrado il violento fuoco
di artiglieria.
Comunicati italiani 1917
13.2.1917: Alla testata del Torrente Coalba (Riva destra del Brenta) furono ricacciate ricognizioni nemiche contro le nostre linee.
3.3: Nostri nuclei di fanteria eseguirono felici irruzioni contro le linee nemiche nei pressi di Scurelle (Torrente Maso-Brenta) ne sconvolsero le difese ed asportarono munizioni e materiali.
5.3: Nella giornata del 3 piccoli scontri nei pressi di Villa Buffa nell'alto Maso (Valle di Campelle-Brenta).
7.3: Nella notte sul 5 nuclei nemici che tentavano di avvicinarsi alle nostre posizioni sul torrente Maso sulle pendici del Monte Cenon, furono prontamente respinti.
8.3: Sono segnalati piccoli scontri di fanterie fra Samone e Spera (Val Sugana). L'avversario fu ovunque respinto.
14.3: Nella giornata del 13 considerevoli azioni di artiglieria e piccoli scontri di nuclei nella Valle del Brenta, prendendo qualche prigioniero.
18.3: In Val Sugana, dopo violento fuoco di preparazione, il nemico attaccò ieri le nostre posizioni alla testata della valletta della Coalba. Fu nettamente respinto con sensibili perdite.
24.3: In Val Sugana nel pomeriggio di ieri, dopo intenso bombardamento i1 nemico tentò un nuovo attacco contro le nostre posizioni alla testata della vallerà dell.i Coalba; fu respinto e disperso da nostre salve aggiustate.
27.3: In Valsugana la notte sul 26 nuclei nemici tentarono di avvicinarsi alle nostre posizioni sulla sinistra del torrente Maso a ovest di Samone; furono dispersi dalle noste salve aggiustate.
29.3: Ieri si ebbero piccoli scontri sulla sinistra del torrente Maso (Val Sugana).
17.4: Sono segnalati scontri di nuclei di fanteria sulle pendici di Monte Cima (Torrente Maso-Brenta). Respingemmo l'avversario prendendogli armi, munizioni e qualche prigioniero.
18.4: La nostra artiglieria disturbò movimenti di truppe e di treni lungo la rotabile e la ferrovia della Val Sugana.
23.4: Sulla fronte tridentina la nostra artiglieria provocò incendi e danni nella stazione di Marter (Val Sugana).
24.4: In Val Sugana sono segnalati movimenti a tergo delle linee nemiche.
25.4: Le nostre artiglierie disturbavano i persistenti movimenti nemici in Val Sugana.
27.4: Le nostre artiglierie disturbavanonuovamente movimenti nemici in Val Sugana.
30.4: Attività di nuclei nemici in ricognizione diede luogo a vivaci scambi di fucileria e scontri ad occidente di Samone (torrente Maso-Brenta).
11.5: In piccoli scontri alla testata di Val
Maora ricacciammo nuclei nemici.
11.6: Sull'altopiano di Asiago la nostra artiglieria bersagliò e sconvolse ieri in più punte le complesse opere di difesa dell'avversario; indi nostri riparti compirono ardite azioni offensive verso Monte Zebio e Monte Forno e fra l'imperversare di viole ti temporali si impadronirono del Passo dell'Agnella e di buona parte del Monte Ortigara, ad oriente di Cima Undici. Le irruzioni condotte di sorpresa e con grande violenza, ci fruttarono 512 prigionieri, di cui 7 ufficiali.
12.6: Sull'altopiano di Asiago nella giornata di ieri le avverse condizioni atmosferiche ostacolarono l'azione delle artiglierie.
14.6: Nell'altopiano di Asiago, la notte sul 13, il nemico tentò di sorprendere la posizione da noi recentemente conquistate sul Monte Ortigara. Sventata la sorpresa dalle nostre vigili truppe, l'avversario attaccò con forze considerevoli ed estrema violenza, ma la salda resistenza dei difensori lo ricacciò in disordine, infliggendogli perdite ingenti.
15.6; Vennero battuti dalla nostra artiglieria convogli nemici e colonne in marcia in Val Sugana. Tentativi di pattuglie avversarie contro le nostre linee del torrente Maso riuscirono infruttuosi. L'attività aerea fu specialmente notevole sulla fronte tridentina.
In combattimento vennero abbattuti due velivoli nemici sul rovescio di Monte Verena e nella Valle del Torrente Moggio e due furono costretti ad atterrare nelle loro linee in Val Sugana. Un quinto, colpito dal nostro tiro antiaereo, precipitò sul rovescio di Monte Zebio. Manca un nostro velivolo.
16.6: Su tutta la fronte dell'altipiano di Asiago il nemico mantenne assai vivo il tiro della propria artiglieria. Tentativi di pattuglie verso le nostre posizioni del Zebio furono respinti. Sull'Ortigara le nostre posizioni
di quota 2101 vennero all'alba di ieri nuovamente attaccate con estrema violenza. Dalle 2.30 in poi il nemico, impegnando nella lotta sempre nuovi riparti, moltipllcò i suoi sforzi. Si infransero tutti contro la incrollabile resistenza dei nostri che inflissero all'avversario gravissime perdite e lo ributtarono completamente, catturandogli 52 prigionieri, di cui 4 ufficiali.
20.6: Sull'altopiano di Asiago, con una violenta azione offensiva effettuata nella giornata di ieri, danneggiammo in molti punti le difese nemiche e compimmo progressi su qualche tratto della fronte infliggendo al nemico perdite gravissime. Le valorose truppe della 52.ma Divisione, vinta l'accanitissima resistenza e superate enormi difficoltà di terreno, strapparono al nemico formidabili posizioni in regione di Monte Ortigara, compresa la vetta (quota 2105). Vennero catturati 936 prigionieri di cui 74 ufficiali. Numerose squadriglie di nostri velivoli concorsero all'azione delle artiglierie, gettando grandi quantità di bombe sulle immediate retrovie del nemico; ritornarono poi incolumi ai loro campi. Furono lanciate circa 400 grosse granate-torpedini per un peso complessivo di 5 tonnellate e mezzo. Le truppe che difendevano l'Ortigara appartenevano ad un scelto reggimento di Kaiserjager (il 4°) arrivato recentemente e mandato lassù con l'ordine di resistere ad ogni costo. Vi erano incorporati alcuni abitanti delle regioni vicine, dei soldati di Borgo, di Grigno, di Strigno, pratici dei luoghi. Tra i prigionieri, che stanchi, laceri e sporchi, si accasciavano sull'erba al bordo dei sentieri ad ogni alt della loro marcia, si ode spesso parlare il dialetto italiano, il dialetto della Valsugana.
23.6: Vivaci concentramenti di fuoco, eseguiti ieri dal nemico sulle nostre nuove posizioni di Monte Ortigara, furono efficacemente controbattuti dalle nostre artiglierie. Il bottino fatto su questa posizione nella giornata del 19 è ingente; finora sono stati portati indietro quattro cannoni, quattordici mitragliatrici, mille fucili circa, abbondantissime munizioni e grande quantità di materiale da guerra e da mina.
24.6: Dal Monte Ortigara riportammo un altro cannone avversario.
26.6: Sull'altopiano di Asiago si è ieri riacceso il combattimento; dalla notte sul 25 le nostre truppe si oppongono agli sforzi disperati del nemico, che ad onta di r'erdite ingenti, cerca di riconquistare le posizioni recentemente perdute in regione di Monte Ortigara. Attacchi e contrattacchi si susseguono sulleposizioni contestate. Azioni diversive tentate in pari tempo dall'avversario su altri tratti di quella fronte vennero decisamente arrestate.
27.6: Sull'altopiano di Asiago, in regione di monte Ortigara, l'attività combattiva andò ieri scemando; alcuni tratti delle posizioni dì cresta, completamente sconvolti e violentemente battali senza possibilità di riparo dai micidiali concentramenti di fuoco avversario, non vennero da noi rioccupati. Catturammo 47 prigionieri, di cui un ufficiale.
28.6: Un attacco tentato dal nemico la notte sul 27 contro il passo dell'Agnella, da noi recentemente conquistato sull'altopiano di Asiago, venne immediatamente respinto.
29.6: Sull'altopiano di Asiago il nemico eseguì violenti concentramenti di fuoco nella regione del passo dell'Agnella.
20.7: A Malga Val Prà (torrente Maso) il presidio di un nostro posto avanzato respin se brillantemente una grossa pattuglia nemica che tentava di attaccarlo, costringendolo a ritirarsi con perdite e cattura di qualche pri gioniero.
22.7: Nella notte sul 21 l'avversario rin novò con maggiori forze l'attacco del nostro posto vanzato di Malga Val Prà (Torrente Maso). Venne nettamente respinto.
2.8: Nella giornata di ieri il nemico diede segni di maggiore attività tentando di sorprendere con pattuglie e talvolta attaccando con grossi nuclei le nostre posizioni avanzate ad oriente della Val Maora. Arrestato dovunque
dal nostro vigile fuoco, dovette ripiegare con perdite abbandonando nelle nostre mani materiale e qualche prigioniero.
19.9: In dirczione di Garzano (Val Sugana) un nostro' riparto riusciva a spingersi oltre le linee nemiche del torrente Maso e vi catturava circa 200 prigionieri.
30.9: Dal 29.9 la Brigata Venezia già sul fronte della Valsugana è stata trasferita sul fronte giulio e precisamente sull'altipiano della Bainsizza (Podlaka e Madoni).
4.11: Nella giornata del 3 nostri aviatori abbatterono un apparecchio nemico che cadde nei pressi di Caldonazzo.
10.11: Al Brocon (Tesino) una puntata nemica venne arrestata.
11.11: Una avanguardia nemica spiritasi fino all'abitato di Tezze (Valsugana) venne prontamente attaccata e catturata.
14.11 : In lotte parziali nostri nuclei di copertura a Tezze ed agli sbocchi degli ex forti di Cima Campo e Cima di Lan hanno opposto valorosa resistenza.
Comunicati austriaci 1917
12.2.1917: Nella Valsugana un distaccamento del 14° Regg. Fanteria conquistò la posizione nemica a mezzogiorno del Vallone della Coalba (quota 1010 - Collazzo di Agnè) facendo prigionieri due ufficiali e 60 uomini conquistando una mitragliatrice, due mitragliatrici-pistola ed un lanciamine.
13.2: II numero dei prigioneri fatti a mezzogiorno del torrente Coalba ammonta a 88 uomini e tré ufficiali.
3.3: Nel settore della Valsugana l'artiglieria italiana mantenne per qualche tempo in singoli punti un vivace fuoco. Un distaccamento nemico che si era avvicinato alle nostre linee presso Scurelle (Torrente Maso) venne immediatamente ricacciato nelle sue posizioni.
7.3: Un distaccamento nemico che si era avvicinato alle nostre posizioni alla foce del torrente Maso, venne sbaragliato.
11.6: L'attacco della VI Armata italiana sull'Altipiano dei Sette Comuni ed in Valsugana, atteso da qualche tempo, è cominciato. Dopo parecchi giorni di accurata preparazione di artiglieria, il nemico lanciò ieri 10 le sue truppe alla lotta fra il fronte di Asiago ed il Brenta. La lotta assunse un accanimento particolare presso Gaserà Zebrio e Monte Forno, dove l'assalto italiano si infranse di fronte al valore delle nostre truppe stiriane. Anche nella Valsugana fallirono tutti gli attacchi del nemico di fronte al fuoco dei nostri cannoni oppure in lotte corpo a corpo.
12.6: Continuano i combattimenti sull'altipiano dei Sette Comuni. Gli attacchi italiani erano diretti principalmente contro Monte Forno, Monte Chiesa e sulle alture di confine a Nord di questi (Monte Campigoletti, Monte Ortigara, Porta Le Pozze) nella parte meridionale di questa regione. Essi fallirono nelle ore pomeridiane già davanti al fuoco delle nostre artiglierie sul crinale di confine (Campigoletti, Ortigara, Le Pozze). Ivi le nostre truppe subirono forti attacchi del nemico con combattimenti alla bajonetta e granate a mano. Verso mezzanotte il nemico avanzò nuovamente con rilevanti forze fra Monte Forno ed il crinale di confine ma anche questo tentativo non ebbe successo.
13.6: L'incostanza del tempo lamentato spesso dagli Italiani impedì nuovamente ne- t
gli ultimi giorni qualche forte attività del nemico che così non potè svilupparsi più pòtentemente. Passata la mezzanotte, il nemico iniziò dapprima i suoi attacchi contro Monte s.Forno e le Cime di confine. Le nostre truppe alpine respinsero il nemico. Egli subì perdite spaventose specialmente all'ala settentrionale (Ortigara. Campigoletti e Le Pozze).
19.6: Sull'altopiano dei Sette Comuni e Valsugana, fra Asiago e Brenta da ier mattina è m corso una nuova e violenta battaglia di artiglieria.
21.6: Nei combattimenti sull'altopiano dèi Sette Comuni abbiamo fatto prigionieri il 10 giugno 16 ufficiali e 650 uomini di truppa e 7 mitragliatrici.
26.6: II 25 giugno i Kaiserschùtzen e riparti del Regg. di Fanteria 57 della Galizia occidentale, dopo una preparazione a fondo e con un efficace appoggio da parte dell'artiglieria, hanno riconquistato in una lotta valorosa e tenace quelle parti di posizioni che erano rimaste in mano nemica sulla dorsale di confine della Valsugana a mezzogiorno (Altopiano dei Sette Comuni). Tutti i contrattacchi italiani s'infransero dinnanzi al nostro fuoco. Furono fatti prigionieri circa 1800 uomini fra i quali 44 ufficiali.
28.6: Oltre ai prigionieri già annunziati nella riconquista del Monte Ortigara, fu fatto un bottino di 52 mitragliatrici, due lanciamine, sette cannoni e 2000 fucili.
30.6: Sul Monte Ortigara si raccolsero nnora 12 cannoni conquistati.
19.9: Presso il gruppo di esercito del Feldmaresciallo Konrad con un contrattacco intrapreso presso Garzano, fu'riconquistato al nemico un tratto di fronte abbandonato temporaneamente nelle sue mani. Il contrattacco condusse ad un pieno successo. Furono fatti prigionieri sei ufficiali e 300 uomini di truppa. (Garzano è un villaggio soleggiato che sorge in collina a sud-est di Borgo Valsugana non lungi da Scurelle).
20.9: II numero dei prigionieri fatti presso Garzano è salito ad undici ufficiali e 516 soldati.
E qui finiscono i comunicati dei due avversari di cinquant'anni fa e che si riferiscono al solo settore della Valsugana. Ho tralasciato di proposito la trascrizione dei comunicati successivi al 20 settembre, trattandosi di avvenimenti, benché importantissimi (vedi offensiva di Caporetto e successiva avanzata austriaca lungo la Valle del Brenta fino a s. Martino nel Canai di Brenta e fino alle vicinanze del Grappa (Monte Pertica) con la conquista sanguinosa dei forti italiani di Primolano, Tombion, Cima Campoxe, Cima di Lavin ad est della Conca di Tesino, e coll'avanzata austriaca sull'Altopiano di Asiago oltre Enego fino alla Val Frenzela (Valstagna), perché avvenuti fuori della Valsugana propriamente detta.
Ed ora, rifacendomi a quanto detto nel preambolo, qualche commento critico sulla veridicità e sincerità di quanto comunicato ufficialmente dai due Comandi Supremi.
Nel mentre il comunicato austriaco del giorno 13 giugno 1915 ammette la presenza degli Italiani a Cortina d'Ampezzo, Primiero e Borgo, in data 21 giugno dichiara di aver respinto il nemico dal Borgo, aggiungendo inoltre che le truppe italiane, nel ritirarsi, avevano prima prelevato e condotto con sé quali ostaggi il Podestà e i due più vecchi cittadini del Borgo. Non è affatto
vero che le truppe italiane e in modo speciale un battaglione dell'830 Fanteria siano stati respinti dal paese, perché si trattava solo di grosse pattuglie formate o da fanteria, o da cavalleria o da alpini che avevano dei brevi scontri a fuoco con gli Austriaci e che poi si ritiravano nelle sicure trincee di Ospedaletto. Non è neppur vero che sia stato prelevato come ostaggio il Podestà (allora il sig. Mentore Fezzi), mentre è purtroppo vero che numerosi cittadini e non soltanto due furono prelevati e condotti nell'interno del Regno, accusati, tutti falsamente di connivenza col nemico, spionaggio ecc. anto è vero che nessuno di questi disgraziati venne processato o condannato a qualsiasi pena. Dovettero però trascorrere ben quattro anni di forzata villeggiatura chi in Sardegna, chi a Ponza chi in altri poco ameni luoghi del profondo Sud.
In data 2.8.1915 il comunicato austriaco parla di attacchi di due compagnie italiane eseguiti in quel di Castel Tesino, attacchi respinti. Ciò non può essere vero in quanto in quei giorni la conca di Tesino era salda mente occupata dalle truppe italiane ancora dagli ultimi di maggio e gli Austriaci non si erano da allora mai spinti oltre il torrente Maso.
Il comunicato italiano invece in data 29.6.1915 annuncia di aver respinto diversi attacchi austriaci nelle sue posizioni del Cieron. Ciò pure non può essere vero in quanto fino al 24 agosto 1915 le truppe italiane erano ferme nelle trincee di prima linea di Ospedaletto. Forse sarà stato qualche scontro di pattuglie in ricognizione.
Pure in data 30 giugno 1915 il comunicato italiano annuncia scontri favorevoli a Porta Manazzo, mentre tutti sanno che fin dal 24 maggio 1915 le linee italiane erano spostate ben più avanti fino a Vezzena e quindi a circa 15 km. di distanza da Porta Manazzo, da dove anzi una batteria di grosso
calibro italiana, situata in caverna, bombardava continuamente i vicini forti austriaci del Pizzo, del Verle e di Luserna!
In data 27.8.1915 il comunicato italiano annuncia che la Panarotta ha bombardato Borgo « nonostante che le nostre truppe nella ecente vittoriosa avanzata avessero di proposito evitato di occupare quella popolosa località tenendosi sui monti circostanti ». Questo non è affatto vero in quanto le truppe italiane entrarono al Borgo il 25 agosto 1915 e vi restarono fino agli ultimi di maggio del 1916, occupando subito le varie case rese disponibili, aprendo magazzini, formando depositi, ecc. e costruendo una solida prima linea lungo la Fossa e il I Boale, oltre la quale linea non sarebbe cassato neanche un gatto! I comunicati italiani del 1916 parlano numerose volte di bombardamenti sulla stazione di Caldonazzo, in risposta a bombardamenti austriaci sul Borgo'. Purtroppo però, come al Borgo da parte degli Austriaci, così a Caldonazzo, non fu colpita la stazione ma mezza borgata venne incendiata e distrutta!
Ed ecco le scarne notizie da parte italiana ed austriaca sulla sanguinosa battaglia di s. Osvaldo dal 12 al 16 aprile 1916 e che tutti i vecchi Borghigiani ricorderanno come ultimo e terrificante saluto dei combattenti
prima del loro esodo dal diletto paese Comunicato italiano del 12.4.1916.
In Val Sugana il giorno 12 le nostre truppe espugnarono con brillante attacco la posizione di s. Osvaldo ad ovest del torrente Larganza. Furono presi al nemico 74 prigioieri fra i quali tré ufficiali. Nella giornata del 13 nonostante il fuoco dell'artiglieria nemica la posizione fu dai nostri saldamente rafforzata.
Comunicato italiano del 18.4.1916
Nella giornata del 16 in Valsugana, dopo intenso fuoco dell'artiglieria avversaria, il nemico attaccò con 14 battaglioni le nostre posizioni avanzate fra la testata del torrente Moggio (Sella) e Monte Collo. Fu respinto, contrattaccato e lasciò nelle nostre mani 206 prigionieri fra i quali tré ufficiali. Nello stesso pomeriggio numerose batterie di ogni calibro concentrarono un violento fuoco sulla posizione di s. Osvaldo. Ad evitare inutili perdite le nostre truppe si ritrassero in quel punto di circa 500 metri fino alla prossima località di Votto. Nella giornata del 17 il nemico rinnovò tré attacchi contro il tratto di fronte dal Votto a fondo Valle Brenta, ma fu ogni volta respinto con gravi perdite.
Comunicati austriaci pari data 14.4.1916:
Sono falliti i tentativi di avvicinamento fatti dai nemici in Valsugana.
15.4.1916 Sono stati rintuzzati tentativi nemici di impadronirsi in Valsugana delle nostre posizioni sulle alture che sorgono ai due lati di Novaledo.
Comunicati austriaci 1917
12.2.1917; Nella Valsugana un distaccamento del 14° Regg. Fanteria conquistò la posizione nemica a mezzogiorno del Vallone della Coalba (quota 1010 - Collazzo di Agnè) facendo prigionieri due ufficiali e 60 uomini e conquistando una mitragliatrice, due mitragliatrici-pistola ed un lanciamine.
13.2: Il numero dei prigionieri fatti a mezzogiorno del torrente Coalba ammonta a 88 uomini e tré ufficiali.
3.3: Nel settore della Valsugana l'artiglieria italiana mantenne per qualche tempo in singoli punti un vivace fuoco. Un distaccamento nemico che si era avvicinato alle nostre linee presso Scurelle (Torrente Maso) venne immediatamente ricacciato nelle sue posizioni.
7.3: Un distaccamento nemico che si era avvicinato alle nostre posizioni alla foce del torrente Maso, venne sbaragliato.
11.6: L'attacco della VI Armata italiana sull'Altipiano dei Sette Comuni ed in Valsugana, atteso da qualche tempo, è cominciato. Dopo parecchi giorni di accurata preparazione di artiglieria, il nemico lanciò ieri 10 le sue truppe alla lotta fra il fronte di Asiago ed il Brenta. La lotta assunse un accanimento particolare presso Gaserà Zebio e Monte Forno, dove l'assalto italiano si infranse di fronte al valore delle nostre truppe stiriane. Anche nella Valsugana fallirono tutti gli attacchi del nemico di fronte al fuoco dei nostri cannoni oppure in lotte corpo a corpo.
12.6: Continuano i combattimenti sull'altipiano dei Sette Comuni. Gli attacchi italiano erano diretti principalmente contro Monte Forno, Monte Chiesa e sulle alture di confine a Nord di questi (Monte Campigoletti, Monte Ortigara, Porta Le Pozze) nella parte meridionale di questa regione.
Essi fallirono nelle ore pomeridiane già davanti al fuoco delle nostre artiglierie sul crinale di confine (Campigoletti, Ortigara, Le Pozze). Ivi le nostre truppe subirono forti attacchi del nemico con combattimenti alla bajonetta e granate a mano. Verso mezzanotte il nemico avanzò nuovamente con rilevanti forze fra Monte Forno ed il crinale i confine ma anche questo tentativo non ebbe successo.
13.6: L'incostanza del tempo lamentato spesso dagli Italiani impedì nuovamente negli ultimi giorni qualche forte attività del nemico che così non potè svilupparsi più potentemente. Passata la mezzanotte, il nemico iniziò dapprima i suoi attacchi contro Monte Forno e le Cime di confine. Le nostre truppe alpine respinsero il nemico. Egli subì perdite soaventose specialmente all'ala settentrionale. (Ortigara, Campigoletti e Le Pozze).
Comunicati austriaci sulla fine della battaglia di s. Osvaldo
18.4.1916: in Valsugana, dove negli ultimi giorni il nemico aveva molestato con ripetuti attacchi i nostri avamposti, esso fu rigettato con un contrattacco dalla sua posizione avanzata di s. Osvaldo. In questo scontro il nemico lasciava in mano nostra undici ufficiali e 600 uomini di truppa, tutti illesi e quattro mitragliatrici.
20.4: In Valsugana gli Italiani assalirono inutilmente le nostre nuove posizioni.
21.4: Idem come sopra.
26.4: Nel settore della Valsugana gli Italiani sgomberarono sotto la nostra pressione le loro posizioni fra il Votto e il torrente Larganza nei pressi di Roncegno. Venne conquistato copioso materiale da guerra. Quindi il nemico si ritirò entro il paese di Roncegno.
A pane la macabra « barzelletta » che l'assalto e la conquista di s. Osvaldo sia stato soltanto una « molestia » per le truppe austriache che lasciarono su quella posizione oltre la metà delle loro truppe (mezza compagnia dei FrewSchutzen di Linz e mezza compagnia di Landessschutzen del Battaglione del 1° Reggimento) sta il fatto che la posizione di s. Osvaldo venne riconquistata con un deciso contrattacco portato dalla 18'* Divisione di fanteria austriaca, che riconquistò pure in quell'occasione il Monte Colle e travolse le linee italiane fra Monte Eroi e Marter, arrivando fino al torrente Larganza con diretta minaccia su Roncegno e Borgo. Due battaglioni di fanteria italiani resistettero ancora per qualche ora al Voto ma poi dovettero ritirarsi per il violento fuoco di artiglieria cui erano sottoposti dall'alto.
Va inoltre notato che il giorno 13 aprile la 9" e la 10" compagnia del 1" Reggimento Kaiserschutzen riconquistavano d'assalto il Monte Carbonile (Montagnola in vai di Sella). Il comunicato italiano del 16.4 dice invece di aver obbligato il nemico a sgomberare la posizione di Monte Carbonile. A chi credere?
E adesso le ore angosciose e la tragedia di tutta la Bassa Valsugana.
Il giorno 18 maggio 1916 iniziava sugli Altipiani e in Valsugana la offensiva austriaca. In previsione però di questa offensiva, le autorità militari italiane, già sull'avviso provvidero a lasciare al nemico, in caso di ritirata solo « terra bruciata », facendo sgomberare preventivamente tutti i paesi da loro occupati in Valsugana fino alla conca di Tesino e a Ospedaletto e a dare alle fiamme gli abitati. Solo Borgo si salvò in gran parte, forse per il motivo che aveva le spalle coperte dalle fortificazioni del Ciolino e della Rocchetta occupate fino all'ultimo momento.
Tutti i comunicati italiani di quel periodo cruciale e cioè dal 18 maggio in poi fino all'll giugno, data della controffensiva italiana, sono estremamente concisi ed enigmatici. Solo dalle località che nominano in successione di tempo si può arguire la profondità dell'avanzata austriaca in Valsugana.
Comunicati austriaci
16.5: Nel Tirolo meridionale le nostre truppe sostenute dall'azione vigorosa della nostra artiglieria conquistarono le prime linee italiane sui dossi dell'Armenterra nella Valsugana meridionale. Il giorno 17 le nostre truppe avanzarono ancora lungo il dorsale dell'Armenterra.
20.5.1916: La nostra offensiva ha respinto ulteriormente il nemico e le nostre truppe sono entrate in Roncegno. Sul lato opposto della Valle esse si sono impadronite del Sasso Alto. Il giorno 21.5, esse conquistarono la cima dell'Armenterra. Il 22.5, le nostre truppe sono in possesso di Cima Manderiolo.
23.5: Le nostre truppe avanzano anche ai due lati della Valsugana. Borgo è stata precipitosamente abbandonata dal nemico. In mano nostra è caduto abbondante bot tino.
24.5: Nella Valsugana settentrionale le nostre truppe presero possesso della dorsale del Salubio fino a Borgo. Sulla dorsale di confine a sud della valle il nemico è stato scacciato dal Monte Kempel ».
E qui una minaccia ufficiale completamente gratuita a carico delle popolazioni civili della Valsugana, costrette colla forza a sgomberare i loro cari paesi!: « Sembra che nella evacuazione da parte del nemico dei paesi situati sul territorio della Monarchia, se ne vada insieme parzialmente anche la popolazione locale. La gente che abbandona in tal modo la propria patria dovrà rispondere a suo tempo davanti al giudice penale per questa sua connivenza col nemico! », Oltre al danno anche le beffe e le minacce!
25.5: Nel nord della Valsugana le nostre truppe conquistarono Cima d'Asta, passarono in numerosi punti il torrente Maso ed entrarono a Strigno. A sud della valle il gruppo avanzante da Porta del Kempel, superate le gravi difficoltà dell'alta montagna e la resistenza opposta dal nemico, avanzò ulteriormente verso oriente e mezzogiorno.
26.5: Sulla sponda destra del Brenta le nostre truppe hanno conquistato il monte Civeron, che si trova a sud - ovest di Borgo e circondarono la Cima Undici.
Comunicati italiani relativi alla offensiva austriaca in Valsugana
17.5.1916: Attacchi di fanteria di carattere diversivo in Val Sugana fra Monte Collo e S. Anna.
18.5: In Val Sugana la notte sul 16 ed il mattino successivo l'avversario assalì con grande vigore il tratto di fronte fra la testata di Val Moggio (Sella) e Monte Collo. Fu respinto e contrattaccato. Lasciò nelle nostre mani circa 300 prigionieri fra i quali alcuni ufficiali.
20.5: Continuano gli attacchi nemici alle nostre posizioni fra Val Moggio e Monte Collo. Furono sempre respinti.
21.5: In Val Sugana situazione invariata. (Altro che invariata! Gli Austriaci erano entrati in Roncegno e avevano conquistato tutta la Val di Sella a occidente dell'Armentera (compresa), (n. d. r.)
22.5: In Val Sugana il nemico urtò nei nostri posti avanzati che ributtarono l'attacco. Indi si raccolsero gradatamente sulla posizione dei nostri rincalzi. » (Conquistata dagli Austriaci Cima Manderiolo). (n. d. r.)
23.5: In Val Sugana continuò ieri con alterna vicenda l'attacco nemico sostenuto da numerose e potenti artiglierie contro le nostre linee avanzate in Val Moggio e Campelle ». (Conquista austriaca di Borgo. Superamento del torrente Maso, perdita del Salubio e della Val Calamento) (n.d.r.)
24.5: In Val Sugana ricacciati nella giornata del 22 gli attacchi nemici contro le nostre linee avanzate, ieri le nostre truppe ripiegarono gradatamente sulle linee principali di resistenza. Il movimento fu eseguito in perfetto ordine fuori della pressione del nemico ». (Insomma il nemico veniva sempre respinto e contemporaneamente continuava ad avanzare. Contraddizione in termini!). (n.d.r.)
25.5: In Val Sugana il ripiegamento delle no'stre truppe sulla linea principale di resistenza iniziato il giorno 22 continuava ancora ieri lento ed ordinato ». (Gli Austriaci conquistano Cima d'Asta, entrano a Strigno. e conquistano Cima Dodici, Undici e Ortigara). (n.d.r.)
26.5 In Val Sugana situazione invariata ».
(conquista austriaca del Civeron) (n.d.r.)
31.5: In Val Sugana l'artiglieria nemica iniziò il bombardamento di Ospedaletto.
E qui termina la tragedia della Bassa Valsugana e se ne inizia un'altra altrettanto sanguinosa e distruttiva, perché, dopo l'arresto della offensiva austriaca, causata anche, fra il resto, dal ritiro precipitoso di una intera armata di riserva riversata di tutta urgenza sul fronte galiziano per contenere l'offensiva russa (l'ultima) scatenata dal maresciallo Brussilow come diversivo all'offensiva austriaca sugli Altipiani, le linee si stabilizzarono definitivamente fino al novembre 1917. Altrettanto scarne o addirittura ignorate ufficialmente le sanguinose giornate della prima battaglia dell'Ortigara (7-25 luglio 1916).
Comunicati italiani della prima battaglia dell'Ortigara
10.7: Nel tratto più settentrionale del nostro fronte, espugnammo trinceramenti nemici a nord di Monte Chiesa (Ortigara) e ci impadronimmo di Passo dell'Agnella.
Poi silenzio. Di quei combattimenti ignorati dal Comando Supremo Italiano ne parlarono però, in libri scritti dopo la guerra, il Gen. Como-Dagna-Sabina, il Gen. Aldo Cablati, il Gen. Pietro Maravigna e in ultimo Paolo Monelli nel suo bei libro di guerra « Le Scarpe al Sole ». (Ortigara e Guerra e Vittoria), che giustificarono l'insuccesso delle operazioni contro POrtigara per il mancato intervento dell'artiglieria pesante che non potè demolire le poderose fortificazioni preparate dagli Austriaci. Le perdite furono però abbastanza gravi ma da mettere neppure in confronto a quelle ben più gravi del giugno 1917 (seconda battaglia dell'Ortigara).
Altra osservazione (e questa ben più giustificata) sulla seconda Battaglia dell 'Ortigara: (10.6-30.6.1917). Anche qui, tanto da una parte che dall'altra strombazzamento ai quattro venti dei successi; silenzio o reticenza e sibillinità nei comunicati relativi agli insuccessi, oppure addirittura tragico umorismo quando il Comando Supremo Italiano così comunicava la perdita di tutta la linea dell'Ortigara, conquistata qualche giorno prima con tante sanguinose perdite! 27.6.1917: « Sull'Altipiano di Asiago, in regione di Monte Ortigara, l'attività combattiva andò ieri scemando: alcuni tratti delle posizioni di cresta, completamente sconvolti e violentemente battuti senza possibilità di riparo dai micidiali concentramenti del fuoco avversario, vennero da noi rioccupati ».
I comunicati austriaci del giorno 11 giugno 1917 descrivono i combattimenti per il possesso dell'Ortigara, ma non parlano affatto della perdita di Passo dell'Agnella, di quota 2003 e della Quota 2080 (Le Pozze) dell'Ortigara conquistate dagli Italiani nella giornata del 10 giugno. Dicono semplicemente che tutti gli attacchi italiani furono respinti. Così pure non parlano della perdita della quota 2105 dell'Ortigara conquistata dagli Italiani il giorno 19 giugno con cattura di circa 900 prigionieri.
Parlano invece con entusiasmo (ed a ragione) della riconquista di tutta l'Ortigara avvenuta fulmineamente nella notte del 25 giugno e della riconquista della quota 2003 avvenuta il 30 giugno.
I comunicati italiani sono altrettanto euforici circa la conquista dell'Ortigara avvenuta in due tempi: il giorno 10 ed il giorno 19.6. Dopo il comunicato del giorno 27 giugno, il Comando Supremo italiano dimenticò completamente l'Ortigara, come esito infelice di una qualunque azione diversiva senza dare alcun peso agli effetti deleteri di un tale inutile dispendio di preziose vite umane, mandate al macello sulle bianche rocce della tetra montagna e alle migliala di cadaveri lasciati a marcire fra i mughi e i rododendri e rimasti insepolti fino a che mani pietose di soldati li ricuperarono nel 1919 e nel 1920 dando loro onorata sepoltura provvisoria nei vari cimiteri di guerra della zona fino alla loro sistemazione definitiva nel solenne Ossario di Asiago. Le salme dei Caduti austriaci furono invece definitivamente sepolte nel cimitero militare di Gallio.
E ora altro commento sul fatto d'armi di Garzano, che se condotto con altri eriteri tattici avrebbe avuto conseguenze incalcolabili su tutto l'andamento della guerra nel Trentino.
Brevissimo e inconcludente il comunicato italiano del 19.9.1917: «In dirczione di Garzano (Val Sugana) un nostro riparto riusciva a spingersi oltre le linee nemiche del Torrente Maso e vi catturava circa 200 prigionieri ». Punto e basta, (n.d.r.)
« 19.9,1917: Presso il Gruppo di esercito del Feldmar. Konrad, un contrattacco intrapreso presso Garzano per rinconquistare al nemico un tratto di fronte abbandonato temporaneamente nelle sue mani, condusse ad un pieno successo. Furono fatti prigionieri 6 ufficiali e 300 soldati, 20.9: II numero dei prigionieri fatti presso Garzano è salito ad undici ufficiali e 516 soldati.
E pensare che se l'azione fosse riuscita, il fronte austriaco del Trentino sarebbe stato rotto e le truppe italiane avrebbero potuto avanzare senza trovare eccessiva resistenza fino oltre Trento scardinando tutto lo schieramento avversario e minacciando da vicino il Brennero e forse anche oltre!
Il combattimento di Garzano fu sanguinoso e avrebbe meritato ben altra menzione. Perdite austriache ufficialmente ammesse: un ufficiale e 32 uomini morti. Perdite italiane ufficialmente ammesse: 4 ufficiali e 360 uomini morti. Nessun cenno sui. giornali del fatto anche perché c'entrava in massima partè il servizio di spionaggio e controspionaggio tanto italiano che austriaco e ambedue gli avversar! non volevano mettere in piazza i loro servizi segreti, questa volta tutti e due battuti dal destino beffardo che annullò i loro tenaci sforzi per tenere segreto il loro insuccesso!
Finisce così la storia della prima guerra
mondiale in Valsugana.
Credo con ciò di avere accontentato i lettori di « Voci Amiche » con questo pubblicazione un po' polemica ma storicamente provata, storia che darà modo a molti che non la conoscono perché o forestieri o nati dopo il 1918 di farsi un'idea di come siano andate veramente le cose e come la storia che loro ufficialmente si racconta sia ben diversa da quella vera!
GIOVANNI LIMANA
Voco Amiche Nov - Dic 1966, Gen ... Ago 196